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All’inizio di questo mese, gli agenti di protezione diplomatica della polizia metropolitana si sono goduti tè e biscotti nell’anticamera di Lancaster House, mentre al piano superiore, i politici europei si sono riuniti per discutere la futura cooperazione.
L’ambientazione era appropriata; l’architettura di Lancaster House riflette la storia intrecciata tra il Regno Unito e l’Europa. La sua grandiosa scalinata ricorda Versailles, e la stessa Regina Vittoria ospitò Chopin qui. Persino Tony Blair e il presidente Putin si incontrarono tra le sue mura.
Il Segretario agli Esteri David Lammy ha ospitato un importante incontro dedicato alla guerra in Ucraina, alla sicurezza europea e – per la prima volta dopo la Brexit – a un vertice Regno Unito-UE (19 maggio).
Il governo britannico considera questo vertice un momento cruciale. Prima della Brexit, i primi ministri del Regno Unito partecipavano frequentemente ai vertici di Bruxelles. Dopo la Brexit, questi incontri su larga scala sono cessati.
Il governo laburista, eletto su una piattaforma di miglioramento delle relazioni con l’UE, mira a ristabilire interazioni regolari. L’incontro di lunedì segna l’inizio di questa iniziativa.
Sir Keir Starmer ospiterà i principali leader dell’UE per lanciare una nuova partnership. L’ambasciatore dell’UE a Londra, Pedro Serrano, la definisce il culmine dei contatti di alto livello da quando si sono tenute le elezioni nel Regno Unito nel luglio 2024. Ma cosa si otterrà?
Sarà un “vertice di resa” (Conservatori), un “grande svendita britannica” (Reform UK), un’occasione persa (Liberal Democratici), o una dimostrazione di “serio pragmatismo” che migliora le vite (Sir Keir Starmer)?
Durante i negoziati sulla Brexit del 2020, è stata discussa una partnership per la sicurezza e la difesa, ma non è stata concordata. Ora, un nuovo patto sta per essere finalizzato, costituendo il fulcro dell’agenda del vertice.
Il capo della politica estera dell’UE, Kaja Kallas, coinvolta nei primi colloqui a Lancaster House, riconosce le difficoltà passate ma sottolinea la necessità di progredire in considerazione degli eventi globali.
Tuttavia, alcuni si oppongono a questo approccio. Il deputato conservatore Alex Burghart evidenzia la sufficienza della NATO, mentre Richard Tice di Reform UK definisce la partnership priva di valore.
Il governo ribatte che la partnership integra, e non mina, la NATO, estendendosi alla sicurezza economica, alle infrastrutture, all’energia, alle migrazioni e alla criminalità transnazionale.
Esperti del settore, come Kevin Craven di ADS Group, vedono benefici economici, in particolare l’accesso al programma SAFE dell’UE da 150 miliardi di euro per le aziende di difesa britanniche.
Anche il portavoce dei Liberal Democratici Calum Miller vede opportunità per l’industria della difesa britannica e l’impegno strategico continentale.
Il Regno Unito ha già collaborato con l’UE in materia di difesa dall’invasione dell’Ucraina, sollevando interrogativi sull’impatto pratico della partnership.
Jill Rutter di UK in a Changing Europe suggerisce che l’impatto della partnership è incrementale, considerati i miglioramenti esistenti in materia di difesa.
Una questione più controversa è un potenziale accordo “veterinario” per facilitare i controlli alle frontiere di cibo e bevande. Il Ministro del Gabinetto Nick Thomas-Symonds cita un mandato per questo, mirando a ridurre i costi.
Personaggi dell’industria alimentare come Julianne Ponan di Creative Nature evidenziano le attuali sfide all’esportazione legate alla Brexit, vedendo potenziali benefici da un tale accordo.
L’accordo avrebbe anche un impatto significativo sull’Irlanda del Nord, semplificando il commercio attraverso il Mare d’Irlanda.
Tuttavia, l’accordo veterinario comporta rischi politici, richiedendo l’allineamento alle norme dell’UE e potenzialmente la supervisione della corte dell’UE.
Conservatori e Reform UK si oppongono fortemente a questo, considerandolo una cessione di controllo. Reform UK prevede addirittura una “grande svendita britannica”.
Il Labour respinge queste critiche, mentre i Liberal Democratici sostengono un’Unione Doganale più completa.
David Henig, un ex negoziatore commerciale, descrive il vertice come un passo avanti, non una rivoluzione, con miglioramenti commerciali modesti.
Jill Rutter suggerisce che l’impatto economico dell’accordo veterinario potrebbe essere limitato, ma potrebbe servire come modello per future collaborazioni.
Gli accordi post-Brexit sulla pesca, in scadenza il prossimo anno, sono anch’essi un punto di contesa, con l’UE che cerca una proroga e il Regno Unito che potrebbe usarla come leva.
Infine, è in fase di considerazione un programma di mobilità giovanile, che consentirebbe a un numero limitato di under 30 provenienti da entrambe le parti di vivere e lavorare temporaneamente nei rispettivi paesi.
Mentre il Labour sostiene un programma controllato, l’UE preferirebbe un programma più ampio. I Liberal Democratici mettono in discussione la riluttanza del Regno Unito.
Paula Surridge dell’Università di Bristol ritiene che l’opinione pubblica sull’immigrazione sia sfumata, con minore preoccupazione per i lavoratori qualificati. Suggerisce un rischio politico minimo per il Labour.
Lord Hayward, tuttavia, mette in guardia su una potenziale “trappola per orsi” se lo schema viene percepito come simile alla libera circolazione.
Gli oppositori accusano Sir Keir di cercare legami più stretti con l’UE, minacciando persino di revocare qualsiasi accordo se vinceranno le elezioni.
Il signor Thomas-Symonds insiste sul fatto che il vertice non invertirà gli elementi principali della Brexit, concentrandosi sul far funzionare la Brexit per la Gran Bretagna.
I leader politici sono passati ad altre questioni urgenti. Un dipinto del Duca di Wellington a Lancaster House ricorda le interazioni storico-europee del Regno Unito e le complessità dell’attuale clima politico.
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