Ven. Giu 20th, 2025
Ministro iraniano: gravissime conseguenze se gli USA si uniscono agli attacchi israeliani

Il vice ministro degli Esteri iraniano, Saeed Khatibzadeh, ha avvertito la BBC che il coinvolgimento degli Stati Uniti nell’escalation del conflitto israelo-iraniano innescherebbe una devastazione regionale diffusa. Ha sottolineato che questa non è una guerra per gli Stati Uniti e che una potenziale interferenza del presidente Trump sarebbe ricordata come un grave errore di valutazione.

Khatibzadeh ha previsto che la partecipazione degli Stati Uniti prolungherebbe il conflitto, ostacolandone la risoluzione ed esacerbando la violenza. I suoi commenti sono seguiti a un attacco missilistico iraniano contro l’ospedale Soroka nel sud di Israele, un incidente che ha provocato 71 feriti secondo il Ministero della Salute israeliano. I media statali iraniani hanno affermato che l’obiettivo era una struttura militare vicina.

Simultaneamente, Israele ha riferito di aver preso di mira siti nucleari iraniani, tra cui il reattore ad acqua pesante di Arak e l’impianto di Natanz. Mentre Israele ha reso pubblici i suoi interventi, Teheran non ha ancora rilasciato dati sulle vittime degli attacchi israeliani.

La Casa Bianca ha annunciato giovedì che il presidente Trump avrebbe determinato il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti entro due settimane. Khatibzadeh, pur affermando che la diplomazia rimane l’opzione preferita, ha sottolineato che i bombardamenti in corso precludono i negoziati.

Ha ripetutamente giustificato le azioni dell’Iran come autodifesa ai sensi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, affermando che gli attacchi israeliani del 13 giugno ai siti nucleari iraniani, che hanno ucciso diversi alti funzionari, hanno interrotto gli sforzi diplomatici in corso. Ha qualificato il conflitto come non provocato e non necessario.

Respingendo l’affermazione di Trump secondo cui il conflitto avrebbe potuto essere evitato con l’accettazione da parte dell’Iran di un accordo nucleare, Khatibzadeh ha replicato che i negoziati erano in corso fino a quando gli attacchi di Israele non hanno sabotato il processo. Ha affermato che l’Iran era sull’orlo di un accordo nucleare prima degli attacchi.

Ha criticato le dichiarazioni pubbliche incoerenti di Trump, suggerendo la consapevolezza e la potenziale partecipazione degli Stati Uniti al conflitto. Reuters ha riferito che l’inviato speciale statunitense Steve Witkoff e il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araqchi hanno effettuato diverse telefonate da venerdì, mirando a una soluzione diplomatica. Fonti diplomatiche, tuttavia, indicano la riluttanza di Teheran a tornare ai negoziati a meno che Israele non interrompa i suoi attacchi.

Israele afferma che l’Iran sta usando le sue scorte di uranio arricchito come armi, un’affermazione che l’Iran nega con veemenza. L’AIEA ha riferito dell’accumulo da parte dell’Iran di uranio arricchito al 60%, un livello vicino a quello delle armi. Khatibzadeh ha liquidato questa affermazione come speculazione, ribadendo l’impegno dell’Iran per l’energia nucleare pacifica.

Il capo dell’AIEA, Rafael Grossi, ha sottolineato l’imperativo di proteggere gli impianti nucleari dagli attacchi. Khatibzadeh ha anche notato segnali positivi dalle nazioni europee per una rinnovata diplomazia a livello ministeriale, con un incontro previsto a Ginevra.

La possibilità di un coinvolgimento degli Stati Uniti solleva preoccupazioni significative per la Gran Bretagna, sollevando interrogativi sul suo potenziale ruolo nella crisi.

L’esercito israeliano ha dichiarato che le sue azioni al reattore di Arak avevano lo scopo di impedirne l’utilizzo per lo sviluppo di armi nucleari.

Il portavoce di Trump ha espresso ottimismo sulla possibilità di negoziati con l’Iran.

L’attacco all’ospedale di Beersheba, nel mezzo di una raffica di missili iraniani, è stato condannato da Israele come criminale, mentre l’Iran sostiene che l’ospedale non era l’obiettivo previsto.