Mer. Giu 18th, 2025
Poundland: 68 Chiusure, Oltre 1000 Posti di Lavoro a Rischio

Poundland, il rivenditore britannico di prodotti a basso costo, ha annunciato un piano di ristrutturazione che prevede la chiusura di 68 negozi, con un impatto su oltre 1.000 posti di lavoro. Il piano prevede anche la chiusura dei centri di distribuzione di Darton, South Yorkshire, e Bilston, West Midlands.

Ulteriori chiusure, che potrebbero interessare altri 70 negozi, sono previste a causa della scadenza dei contratti di locazione e delle trattative in corso per la riduzione degli affitti con i proprietari.

Questa ristrutturazione segue la recente vendita di Poundland alla società di investimento statunitense Gordon Brothers per una somma nominale. L’azienda gestisce attualmente 792 negozi in tutto il Regno Unito e in Irlanda, impiegando circa 16.000 persone.

L’amministratore delegato di Poundland, Barry Williams, ha riconosciuto la difficoltà della decisione, affermando che queste chiusure sono necessarie per garantire la redditività a lungo termine dell’azienda e salvaguardare i posti di lavoro e i negozi rimanenti. Ha sottolineato la forza del marchio, che serve oltre 20 milioni di clienti all’anno, ma ha ammesso che le scarse performance hanno reso necessaria un’azione immediata per rilanciare la crescita.

Il piano di ristrutturazione, soggetto all’approvazione del tribunale, vedrà Poundland interrompere la vendita di surgelati, concentrandosi invece sul suo “menu a £3” e sui generi alimentari essenziali. Gli ordini online cesseranno, e il sito web diventerà una piattaforma di branding e promozioni.

Il rivenditore prevede inoltre di migliorare l’offerta di abbigliamento femminile, di reintrodurre la merce stagionale più popolare e di ripristinare categorie di prodotti precedentemente eliminate per soddisfare meglio la domanda dei clienti.

La vendita da parte del precedente proprietario Pepco, che ha acquisito Poundland nel 2016, riflette le continue difficoltà di vendita. Pepco ha citato l’aumento dei contributi assicurativi nazionali per i datori di lavoro come ulteriore fattore che ha influenzato le prestazioni della catena.

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