Sab. Giu 7th, 2025
Starmer sotto pressione per la sua posizione su Gaza

Keir Starmer, leader del Partito Laburista, affronta crescenti pressioni interne al suo partito per adottare una posizione più dura contro Israele in seguito all’escalation del conflitto a Gaza. I parlamentari chiedono un’azione più decisa, citando quella che descrivono come un genocidio.

Durante le domande al Primo Ministro, Starmer ha definito la situazione “orribile e intollerabile”, reiterando le sue richieste per un immediato cessate il fuoco e accennando a ulteriori azioni, tra cui possibili sanzioni contro Israele.

Tuttavia, questa risposta non è riuscita a placare le critiche provenienti dall’ala sinistra del partito laburista, che chiedono un’azione più energica contro il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo governo.

Questa pressione si intensifica in mezzo a segnalazioni di centri di distribuzione di aiuti a Gaza chiusi a causa dell’esercito israeliano che ha dichiarato le vie di accesso come “zone di combattimento”. L’Agenzia di Protezione Civile gestita da Hamas ha riferito di almeno 27 morti palestinesi vicino a un centro di distribuzione martedì, presumibilmente per fuoco israeliano. Le IDF sostengono che i soldati hanno sparato a persone che si sono deviate dalle vie di accesso designate.

Il Ministro del Medio Oriente del Regno Unito, Hamish Falconer, ha subito una forte reazione negativa da parte dei parlamentari laburisti, molti dei quali indossavano distintivi “stop arming Israel”. Falconer ha espresso il suo orrore per le uccisioni vicino ai siti di aiuti, chiedendo un’indagine indipendente e condannando il blocco degli aiuti a Gaza da parte di Israele come inumano.

I parlamentari laburisti, tra cui Rosena Allin-Khan e Paula Barker, sono andati oltre, chiedendo sanzioni contro Netanyahu e altri funzionari israeliani, con Barker che ha affermato che una mancata azione decisa si tradurrà in una condanna storica per il governo.

Diversi parlamentari hanno esplicitamente accusato Israele di aver commesso un genocidio a Gaza. Falconer ha risposto che tale determinazione spetta a un tribunale competente, pur comprendendo le frustrazioni dei parlamentari e promettendo ulteriori azioni in caso di fallimento degli sforzi diplomatici.

Israele sostiene che le sue azioni mirano a smantellare Hamas e recuperare gli ostaggi, mentre nega con veemenza le accuse di genocidio, accuse attualmente in esame da parte della Corte Internazionale di Giustizia. Crescono anche le richieste, anche all’interno del Partito Conservatore (tra cui l’ex procuratore generale Sir Jeremy Wright), affinché il Regno Unito riconosca urgentemente lo stato di Palestina.

Le proteste fuori dal Parlamento hanno rispecchiato le richieste dei parlamentari, tra cui l’ex leader laburista Jeremy Corbyn (ora indipendente), per la fine delle vendite di armi a Israele. Corbyn si batte per un’inchiesta pubblica sul coinvolgimento del Regno Unito con Israele, proponendo un disegno di legge sostenuto da diversi parlamentari di sinistra e rappresentanti di altri partiti. Sebbene programmata per il dibattito, la sua approvazione senza il sostegno del governo è improbabile.

Sebbene Falconer abbia dichiarato che il Regno Unito ha sospeso le armi direttamente destinate all’uso a Gaza e ha cessato di fornire pezzi di F-35 direttamente a Israele, ha giustificato il continuo rifornimento al pool globale di ricambi F-35 come necessario per gli alleati della NATO e per lo sforzo bellico ucraino, una affermazione contestata da Corbyn e altri critici.

Anche i Liberal Democratici sostengono una posizione governativa più forte, con Sir Ed Davey che ha esortato Keir Starmer a spingere per corridoi umanitari mediati dalle Nazioni Unite a Gaza. Starmer ha risposto che il governo sta attivamente collaborando con gli alleati su questo problema.

L’operazione militare di Israele è iniziata in risposta all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, che ha provocato numerose vittime e sequestri di ostaggi. Il ministero della sanità di Gaza riferisce oltre 54.607 morti dall’inizio del conflitto, con migliaia di altri morti dalla rinnovata offensiva a marzo.

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