Dom. Giu 8th, 2025
Muore a 87 anni il gigante letterario Ngugi wa Thiong’o

Ngugi wa Thiong’o, un gigante della letteratura africana moderna, è scomparso all’età di 87 anni. La sua vita è stata una testimonianza di resilienza, sfidando l’imprigionamento, l’esilio e la malattia per lasciare un’eredità letteraria duratura.

La sua prolifica carriera, che si estende per sei decenni, ha principalmente raccontato la trasformazione del Kenya dal dominio coloniale a una nazione indipendente.

Spesso considerato un candidato al Premio Nobel, le numerose nomination di Ngugi hanno lasciato molti delusi quando il riconoscimento gli è sfuggito.

Sarà ricordato non solo per i suoi scritti degni del Nobel, ma anche come strenuo difensore della letteratura scritta in lingue africane indigene.

Nato James Thiong’o Ngũgĩ nel 1938, sotto il dominio coloniale britannico, è cresciuto a Limuru, in Kenya, in una numerosa famiglia di agricoltori a basso reddito.

I suoi genitori hanno fatto sacrifici significativi per mandarlo alla Alliance High School, un collegio gestito da missionari britannici.

In un’intervista, Ngugi ha raccontato di essere tornato a casa da scuola per trovare il suo villaggio distrutto dalle autorità coloniali.

La sua famiglia, insieme a innumerevoli altre, fu costretta in campi di detenzione durante la repressione del movimento indipendentista Mau Mau.

La rivolta Mau Mau (1952-1960) ha profondamente influenzato la vita di Ngugi. Tragicamente, suo fratello, Gitogo, fu fatalmente colpito per la sua incapacità di sentire un comando di un soldato britannico, conseguenza della sua sordità.

Nel 1959, tra il declino del potere coloniale britannico, Ngugi andò all’Università di Makerere in Uganda, una delle istituzioni più prestigiose dell’Africa.

A una conferenza di scrittori, condivise il manoscritto del suo romanzo d’esordio con Chinua Achebe, che ne facilitò la pubblicazione nel Regno Unito. Weep Not, Child (1964) fu acclamato dalla critica, segnando il primo importante romanzo in lingua inglese di un autore dell’Africa orientale.

Seguirono ulteriori successi con A Grain of Wheat e The River Between. Nel 1972, all’età di 33 anni, il quotidiano Times riconobbe Ngugi come “uno degli eccezionali scrittori contemporanei dell’Africa”.

Il 1977 segnò un cambiamento fondamentale. Adottò il nome Ngugi wa Thiong’o, rifiutando il suo nome di nascita coloniale, e si impegnò a scrivere esclusivamente nella sua lingua madre kikuyu.

Petals of Blood (1977), il suo ultimo romanzo in inglese, criticò l’élite keniota del dopo indipendenza, portando a ulteriori conflitti.

Anche la commedia Ngaahika Ndeenda (Mi sposerò quando vorrò), co-scritta nello stesso anno, criticò le lotte di classe del Kenya. Ciò portò al suo divieto e all’imprigionamento di Ngugi per un anno senza processo.

Impavido, scrisse il suo primo romanzo in kikuyu, Devil on the Cross, usando la carta igienica come materiale di scrittura mentre era incarcerato.

Rilasciato dopo che Daniel arap Moi succedette a Jomo Kenyatta, Ngugi in seguito venne a conoscenza di un complotto contro la sua vita mentre si trovava a Londra, portando a 22 anni di esilio autoimposto nel Regno Unito e negli Stati Uniti.

Il suo ritorno in Kenya fu accolto come un eroe, tragicamente segnato da un attacco alla sua casa dove lui e sua moglie furono aggrediti; un incidente che ha descritto come politicamente motivato.

Tornò negli Stati Uniti, ricoprendo cattedre in prestigiose università tra cui Yale, la New York University e la UC Irvine.

Ngugi ha difeso l’uso delle lingue africane nella letteratura, sfidando il dominio dell’inglese e del francese. La sua raccolta di saggi, Decolonising the Mind, ha espresso con forza questa posizione, portando persino a una rottura con Chinua Achebe.

Oltre al suo lavoro letterario, Ngugi è stato sposato due volte e ha avuto nove figli, quattro dei quali sono autori pubblicati. Un’intervista del 2020 del LA Times ha rivelato le complessità della sua vita personale, comprese le accuse di violenza domestica da parte di suo figlio, Mukoma wa Ngugi.

Nonostante le difficoltà di salute, tra cui un intervento chirurgico al cuore, insufficienza renale e una battaglia contro il cancro alla prostata, Ngugi ha perseverato, la sua vita una straordinaria dimostrazione di resilienza.

Ngugi wa Thiong’o, una guida della letteratura africana come descritta da Chimamanda Ngozi Adichie, ha lasciato un vuoto insostituibile.

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