Dom. Giu 8th, 2025
Motore a Rezione Britannico si Guasta in Valle Mortale

Richard Varvill, ex-CTO di Reaction Engines, riflette sulla fine dell’azienda, descrivendola come una battuta d’arresto devastante dopo anni di progressi verso un rivoluzionario motore aerospaziale.

La storia di Reaction Engines risale al progetto Hotol degli anni ’80, un visionario concept di aereo spaziale che ha affascinato il pubblico. La sua innovazione chiave era uno scambiatore di calore in grado di raffreddare l’aria che raggiunge i 1.000°C a velocità ipersoniche, un’impresa che Varvill descrive come “letteralmente troppo calda da gestire”.

Nell’ottobre 2024, Reaction Engines aveva testato con successo questa tecnologia di scambiatore di calore, collaborando con Rolls-Royce e il Ministero della Difesa britannico alla ricerca ipersonica per un velivolo senza pilota. Tuttavia, ciò non è bastato a garantire la redditività a lungo termine dell’azienda.

Varvill spiega che Rolls-Royce ha cambiato le priorità e che i finanziamenti militari britannici insufficienti si sono rivelati fatali. I cicli di sviluppo notoriamente lunghi del settore aerospaziale, spesso descritti come la navigazione nella “Valle della Morte”, hanno esacerbato la situazione. Nonostante gli sforzi per ottenere ulteriori investimenti alla fine del 2024, i potenziali sostenitori hanno esitato.

Gli ultimi giorni sono stati cupi. I dipendenti sono stati informati del fallimento dell’azienda in una riunione, seguita dal processo emotivamente carico di ripulire gli effetti personali. Molti dipendenti erano visibilmente sconvolti, avendo creduto nel progetto fino alla fine. Varvill nota l’ironia del loro fallimento, avvenuto proprio mentre stavano raggiungendo significativi progressi tecnologici.

Invece di un tradizionale raduno post-licenziamento, si è tenuta una grande festa a casa di Varvill, un modo per riconoscere lo sforzo collettivo del team. Kathryn Evans, che ha guidato il programma spaziale di Reaction Engines, racconta emozioni simili. Sebbene ottimista fino alla fine, l’annuncio improvviso di licenziamento del 31 ottobre ha lasciato lei e i suoi colleghi sconvolti.

Un commovente ricordo delle ultime ore è stata una bacheca con foto Polaroid, dove i dipendenti hanno scattato ritratti e messaggi che riflettevano il loro tempo a Reaction Engines. Il messaggio di Evans: “Mi mancherà molto lavorare con menti brillanti in una cultura gentile e di supporto”.

Adam Dissel, presidente della divisione statunitense di Reaction Engines, indica la mancanza di ulteriori investimenti da parte di grandi aziende come Boeing, BAE Systems e Rolls-Royce come fattore chiave del fallimento dell’azienda. Crede che la loro mancanza di fiducia abbia minato i tentativi di attrarre investimenti più ampi.

Il processo di chiusura ha coinvolto la messa in sicurezza delle attività aziendali, inclusa la proprietà intellettuale, con la speranza di una futura resurrezione. Nonostante la battuta d’arresto, persiste un senso di orgoglio tra gli ex dipendenti, che evidenziano la natura innovativa della tecnologia e la dedizione del team. In definitiva, come Varvill afferma in modo succinto: “Abbiamo fallito perché siamo rimasti senza soldi”.

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