Dom. Giu 22nd, 2025
Le difficoltà economiche russe alimentano l’ansia del governo

Al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo si è verificato un incontro sorprendente. Un membro del Parlamento russo si è avvicinato, ponendo una domanda diretta: “Bombarderete l’Iran?”

La risposta è stata immediata: “Non ho intenzione di bombardare nessuno!”

Il parlamentare ha chiarito: “Intendo voi, i britannici…”

È seguita una risposta pungente: “Non intendi forse Donald Trump?”

Il parlamentare ha sorriso, offrendo una concisa spiegazione: “Gli viene detto cosa fare dalla Gran Bretagna…e dal deep state.”

Questo breve scambio ha messo in luce una corrente sotterranea prevalente a San Pietroburgo: le ansie geopolitiche hanno oscurato le discussioni economiche.

Le azioni del presidente Vladimir Putin hanno sottolineato questa realtà. Mentre il suo discorso principale si è concentrato su questioni economiche, sono stati i suoi commenti successivi a suscitare una notevole attenzione.

In una discussione di gruppo, Putin ha dichiarato: “Abbiamo una vecchia regola: dove mette piede un soldato russo, quello è nostro.”

Questa affermazione, da parte di un leader che cerca investimenti stranieri e cooperazione, appare controproducente. Tuttavia, dall’invasione dell’Ucraina del febbraio 2022, la vittoria militare ha surclassato le preoccupazioni economiche come obiettivo principale del Cremlino.

L’economia russa ha registrato una crescita, alimentata principalmente da una sostanziale spesa statale per la difesa e il complesso militare-industriale. Anche questa crescita legata alla guerra, tuttavia, sta mostrando segni di rallentamento.

Putin ha minimizzato queste preoccupazioni, riecheggiando la battuta di un famoso scrittore: “‘Per quanto riguarda l”omicidio’ dell’economia russa… ‘le voci della mia morte sono molto esagerate.'”

Nonostante questa fiducia esteriore, le ansie sottostanti sono evidenti. Il ministro russo per lo sviluppo economico, Maxim Reshetnikov, ha avvertito di un’imminente recessione. Allo stesso modo, Elvira Nabiullina, governatrice della Banca centrale russa, ha riconosciuto l’esaurimento delle risorse facilmente disponibili che hanno alimentato la crescita precedente.

Il Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo, inizialmente concepito come vetrina della forza economica della Russia, è stato significativamente colpito dalle sanzioni internazionali imposte dopo la guerra in Ucraina. Molte aziende occidentali si sono ritirate.

La possibilità del loro ritorno rimane incerta, soprattutto considerato il desiderio espresso dal presidente Trump di migliorare le relazioni con Mosca. Kirill Dmitriev, inviato del presidente Putin per gli investimenti esteri, ha segnalato un maggiore interesse da parte delle aziende americane, suggerendo la convinzione che la cooperazione sia preferibile alle sanzioni.

Tuttavia, Robert Agee, presidente dell’American Chamber of Commerce in Russia, ha sottolineato la necessità di una risoluzione del conflitto prima del ritorno di investimenti occidentali significativi. Pur riconoscendo la comunicazione con l’amministrazione Trump sull’impatto delle sanzioni sulle aziende americane, ha osservato che la decisione di tornare in Russia spetta in ultima analisi alle singole aziende.

Dopo anni di conflitto e sanzioni, la Russia si confronta con sfide economiche sostanziali, tra cui alta inflazione, tassi di interesse e segnalazioni di stagnazione e potenziale recessione. Queste realtà economiche sono ora apertamente discusse, sebbene la loro risoluzione rimanga incerta.

Alcune persone riferiscono di aver ricevuto minacce, mentre altre descrivono visite ufficiali ai loro parenti.

I funzionari ucraini affermano che un attacco di droni ha causato vittime.

Sergei Shoigu della Russia ha annunciato che la Corea del Nord invierà 5.000 lavoratori edili nella regione di Kursk.

L’operazione militare israeliana in corso evidenzia le potenziali perdite per la Russia.

Il Mali avrà una quota di maggioranza in un nuovo impianto, riflettendo la sua affermata “sovranità economica”.