Sab. Ago 2nd, 2025
L’attacco di Trump all’Iran: legittimità giuridica?

In seguito ai raid aerei nel fine settimana sulle strutture nucleari iraniane ordinati dal Presidente Donald Trump, sono emerse critiche sulla legalità delle sue azioni, sia da parte dei Democratici che dei Repubblicani.

Il rappresentante Thomas Massie (R) ha dichiarato su X che gli attacchi erano incostituzionali, un sentimento riecheggiato dal rappresentante Warren Davidson (R).

Al contrario, il presidente della Camera Mike Johnson (R) ha difeso il Presidente, sostenendo che la percepita minaccia imminente superava il tempo necessario per l’approvazione del Congresso, citando precedenti per tali azioni militari sotto amministrazioni di entrambi i partiti.

BBC Verify ha consultato esperti legali per valutare la costituzionalità delle azioni del Presidente Trump e la necessità di una consultazione preventiva con il Congresso.

Le disposizioni costituzionali pertinenti includono gli Articoli I e II. L’articolo I conferisce al Congresso il potere esclusivo di “dichiarare guerra”, mentre l’articolo II stabilisce il Presidente come Comandante in Capo, una giustificazione citata dalla Casa Bianca per gli attacchi iraniani.

Esperti costituzionali hanno affermato che l’articolo II conferisce al Presidente l’autorità di impiegare la forza militare in circostanze specifiche, sebbene queste circostanze non siano esplicitamente definite nella Costituzione. Le interpretazioni, secondo gli esperti del Council on Foreign Relations, comprendono “attacchi effettivi o previsti” o azioni per proteggere “importanti interessi nazionali”, inclusa la prevenzione della proliferazione nucleare, la motivazione dichiarata per gli attacchi.

Quattro esperti di diritto costituzionale consultati da BBC Verify hanno riconosciuto l’autorità del Presidente in queste circostanze. La professoressa Claire Finkelstein (University of Pennsylvania Law School) ha dichiarato che “la risposta breve è sì”, citando una pratica consolidata di azione militare unilaterale presidenziale. La professoressa Jessica Levinson (Loyola Marymount University) ha aggiunto che questa autorità è limitata, a condizione che l’azione non degeneri in guerra, una distinzione priva di una definizione chiara.

Tuttavia, il professor Andrew Rudalevige (Bowdoin College) non è d’accordo, affermando che la mancanza di un “attacco improvviso da respingere” ha invalidato l’autorità del Presidente.

Sebbene l’articolo I conferisca al Congresso il potere di dichiarare guerra, questa disposizione è stata raramente invocata; solo dieci volte dal 1812, con l’ultima istanza nel 1942 dopo Pearl Harbor. Gli esperti hanno notato la crescente frequenza delle azioni militari presidenziali senza l’approvazione del Congresso.

John Bellinger (ex consulente legale della Casa Bianca sotto il presidente George W. Bush) ha evidenziato la crescente acquiescenza del Congresso all’uso della forza militare da parte del presidente senza autorizzazione. Jonathan Turley, un esperto costituzionale conservatore, ha dichiarato che il Congresso e le corti hanno effettivamente annullato il requisito della dichiarazione di guerra.

I presidenti Obama (Libia, raid di Osama Bin Laden), Trump (uccisione di Qasem Soleimani), Clinton (Balcani) e Biden (Yemen, Siria) hanno tutti autorizzato azioni militari senza previa approvazione del Congresso, citando ciascuno la giustificazione dell’articolo II.

Turley ha concluso che il precedente storico favorisce le azioni del presidente Trump. Il presidente Johnson ha rinforzato questo, citando azioni simili di precedenti amministrazioni in base all’autorità di Comandante in Capo dell’articolo II, facendo riferimento alle azioni del presidente Obama in Libia.

I critici hanno anche citato la War Powers Resolution del 1973, approvata dopo la guerra del Vietnam, volta a limitare i poteri di guerra del presidente senza consultazione del Congresso. Pur riconoscendo l’autorità del Presidente in caso di emergenza, la risoluzione impone la consultazione con il Congresso “in ogni possibile istanza”.

Bellinger ha dichiarato che il presidente Trump sembra non aver soddisfatto questo requisito, informando semplicemente i leader repubblicani. I report dei media statunitensi indicano che il senatore Schumer ha ricevuto un preavviso limitato.

Il Segretario Stampa della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha dichiarato su X che l’amministrazione ha effettuato “chiamate di cortesia bipartisan” e ha parlato con il senatore Schumer prima degli attacchi.

La risoluzione impone inoltre la notifica entro 48 ore dall’azione militare. Il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha confermato la notifica dopo il completamento dell’operazione, sostenendo di aver rispettato i requisiti di notifica del War Powers Act.

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