Mentre Sir Keir Starmer pronunciava il suo discorso da Downing Street numero 10, la scena all’esterno era caratterizzata da intensa attività e rumore.
I manifestanti a sostegno di Gaza hanno fatto sentire la loro presenza con una cacofonia di tamburi, sirene e fischietti.
Questa dimostrazione è servita come una cruda rappresentazione visiva della crescente pressione pubblica sul Primo Ministro affinché adotti una posizione più ferma nei confronti di Israele.
Oltre al sentimento pubblico, sono in gioco anche pressioni politiche.
Una parte significativa dei deputati laburisti, oltre la metà, ha firmato una lettera in cui si esorta il governo a riconoscere uno stato palestinese.
Inoltre, diversi ministri del governo si sarebbero impegnati in attività di lobbying dietro le quinte su questo tema.
Nelle ultime settimane si è assistito a un cambiamento percepibile nella retorica del governo, culminato oggi in un’articolazione più definitiva della sua posizione.
È importante riconoscere questo come un potenziale cambiamento significativo nella politica estera britannica.
Mentre il Labour ha storicamente sostenuto il riconoscimento di uno stato palestinese come parte di un processo di pace e in un momento di massima influenza, Sir Keir sembra credere che quel momento sia adesso.
Tuttavia, rimangono delle importanti riserve. Il Primo Ministro ha affermato che il Regno Unito riconoscerebbe uno stato palestinese a settembre, a condizione che il governo israeliano intraprenda “passi sostanziali per porre fine alla terribile situazione a Gaza”.
Sono state delineate richieste specifiche per Israele:
Sono state poste richieste anche ad Hamas:
La fattibilità di queste precondizioni rimane un punto di contesa.
Data l’attuale composizione del governo israeliano, che si basa sul sostegno di fazioni di estrema destra contrarie a una soluzione a due stati, la probabilità che Israele accetti queste condizioni appare esigua.
Fonti indicano che Sir Keir ha parlato con il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu prima della riunione di gabinetto di questo pomeriggio.
Anche il fatto che Hamas voglia disarmarsi e rinunciare a qualsiasi ruolo nel governo di Gaza è altamente improbabile.
Queste condizioni hanno già suscitato critiche, anche all’interno dei ranghi laburisti, come Sarah Champion, una sostenitrice di spicco di questo cambiamento di politica.
Champion ha espresso preoccupazione per il fatto che “il nostro riconoscimento sembra condizionato alle azioni di Israele”.
Ha inoltre sottolineato che “Israele è l’occupante e il riconoscimento riguarda l’autodeterminazione del popolo palestinese”.
I conservatori hanno liquidato la mossa come semplicemente “progettata per placare i suoi deputati” e sostengono che “non garantirà una pace duratura”.
Pertanto, sorge la domanda: il governo procederà al riconoscimento di uno stato palestinese se solo alcune di queste condizioni saranno soddisfatte?
Ad esempio, cosa succederebbe se si raggiungesse un cessate il fuoco, ma i progressi verso una soluzione a due stati rimanessero limitati?
Figure di spicco del governo hanno indicato che questa decisione sarà presa a settembre.
Tuttavia, con la prospettiva del riconoscimento britannico di uno stato palestinese ora una possibilità tangibile, potrebbe rivelarsi difficile per il governo fare marcia indietro, soprattutto dato il significativo sostegno a tale mossa all’interno del partito laburista.
Perché ora? E questa decisione avrà un impatto significativo sulla situazione a Gaza?
Sir Keir cita la terribile crisi umanitaria a Gaza come un fattore che contribuisce.
Inoltre, ha espresso “particolare preoccupazione per il fatto che l’idea di una soluzione a due stati si stia riducendo e sembri più lontana oggi di quanto non lo sia stata per molti anni”.
La domanda centrale rimane: questa iniziativa si ridurrà a più di un gesto simbolico?
Il Primo Ministro mira a evitare questo risultato.
Le condizioni hanno lo scopo di esercitare pressione su Israele affinché modifichi la sua rotta.
Tuttavia, gli Stati Uniti esercitano un’influenza considerevolmente maggiore su Israele e la loro politica di lunga data è quella di riconoscere uno stato palestinese solo come parte di una risoluzione più ampia del conflitto.
Donald Trump ha precedentemente suggerito che farlo ora “premierebbe Hamas”.
Sir Keir cerca di dimostrare la sua credibilità come leader capace di avere un impatto reale sulla scena globale.
La realizzazione di questa ambizione ora risiede, in misura significativa, nelle mani di Netanyahu e Trump.
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Il Primo Ministro Sir Keir Starmer ha affermato che il Regno Unito riconoscerà uno stato palestinese a settembre a meno che Israele non intraprenda “passi sostanziali per porre fine alla terribile situazione a Gaza”.
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