Cinquant’anni fa, Martina Navratilova, all’epoca diciottenne, disertò coraggiosamente la Cecoslovacchia comunista, cercando una nuova vita negli Stati Uniti. Questa defezione di alto profilo durante la Guerra Fredda le aprì la strada per diventare un’icona del tennis.
Tuttavia, in una recente intervista con Amol Rajan della BBC, ha espresso apprensione, affermando di credere che gli Stati Uniti ora le negherebbero l’ingresso.
Navratilova ha citato la sua mancanza di fedeltà al presidente Trump ed ha espresso preoccupazione per il fatto che gli Stati Uniti stiano diventando uno stato totalitario. Indica come prove le intensificate retate sull’immigrazione dell’amministrazione Trump, i divieti di viaggio che colpiscono i cittadini di dodici paesi e le segnalazioni di detenzioni di turisti al confine.
Ha dichiarato che se si trovasse nella sua posizione del 1975 oggi, non sceglierebbe l’America come nuova casa, citando il suo attuale stato non democratico. Navratilova ha sottolineato la sua frustrazione per quella che considera una situazione in peggioramento, in particolare l’atteggiamento sempre più ostile della nazione nei confronti dei migranti.
Navratilova ha descritto la difficoltà emotiva della sua diserzione del 1975, lasciandosi alle spalle la sua famiglia a Revnice. L’incertezza di rivedere i suoi genitori le pesava molto. La sua ragione dichiarata per andarsene era quella di perseguire il suo sogno di diventare numero uno al mondo, un obiettivo che sentiva irraggiungibile nella sua patria.
In effetti, ha raggiunto quell’ambizione, detenendo la posizione numero uno sia nel singolo femminile che nel doppio per periodi record. Ora cittadina statunitense e ceca, risiede negli Stati Uniti con sua moglie, Julia Lemigova, ma si preoccupa della potenziale perdita della sua cittadinanza dato l’attuale clima politico.
Nonostante le sue divergenze politiche con l’attuale amministrazione, Navratilova concorda pubblicamente con il presidente Trump su una questione molto controversa: la partecipazione delle donne transgender negli sport. Mantiene la sua ferma convinzione che l’inclusione delle donne trans nel tennis femminile sia ingiusta a causa di vantaggi biologici intrinseci, un punto di vista attualmente oggetto di molto dibattito.
Si batte per categorie sportive separate in base al sesso biologico, sottolineando che non si tratta di esclusione ma di equità, e che permettere alle donne trans di competere negli sport femminili sposta le atlete femminili. Sostiene le recenti sentenze legali del Regno Unito in materia.
Navratilova ha apertamente discusso delle sue battaglie personali contro il cancro, tra cui una diagnosi di cancro al seno nel 2010 e una recidiva tredici anni dopo, insieme a una diagnosi di cancro alla gola. Pur descrivendo il trattamento come arduo, attualmente è senza cancro e grata per la sua salute. Riflette sul fatto che l’esperienza ha approfondito la sua gratitudine per la vita e la sua capacità di dare priorità.
Amol Rajan Interviews: Martina Navratilova è su BBC 2 alle 19:00 del 18 giugno, e su BBC iPlayer.
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