Sab. Giu 14th, 2025
La buca 3 par 3 da 301 yard di Oakmont: Trucco o Genio?

Oakmont, costantemente classificato tra i migliori campi da golf d’America, ospiterà il 125° US Open.

Il campionato di quest’anno presenta una buca otto par-tre rivoluzionaria, che si estende per 301 yard, un record nella storia dei campionati maggiori.

Giocatori come Collin Morikawa (“ridicolo”) e Viktor Hovland (“sciocco”) hanno espresso le loro opinioni. La domanda rimane: la buca otto è un colpo di genio strategico o un semplice espediente?

John Bodenhamer, responsabile dei campionati USGA, immagina una sfida completa, esortando i giocatori a utilizzare “ogni mazza – tutte e 15”, in un campo rinomato per la sua natura impegnativa.

La lunghezza eccezionale della buca otto è stata oggetto di discussione per oltre sette decenni. Ha raggiunto per la prima volta le 300 yard nel 2007 quando Angel Cabrera ha trionfato, capitalizzando un birdie cruciale in quella buca.

Anche nel 1953, la sua lunghezza di 253 yard superava la media del drive del PGA Tour di quell’epoca. Oggi, con una media di drive di 300,9 yard, la lunghezza della buca supera le distanze di guida moderne.

Nell’ultimo giro del 2016, la buca si è giocata a 299 yard, superando la lunghezza della par-four 17 nel terzo giro. Mentre il par rimane numericamente significativo, l’impatto psicologico è sostanziale, come osserva Geoff Ogilvy, campione US Open 2006.

Ogilvy evidenzia l’aspetto mentale, rilevando la differenza tra affrontare una par five e una par three con una mazza più corta. La pressione per evitare punteggi alti su una par three influenza la scelta della mazza, potenzialmente superando l’ego.

Ufficialmente indicata a 289 yard, le regolazioni del tee box e del posizionamento della bandiera estenderanno la buca alla sua lunghezza senza precedenti.

Jack Nicklaus, un ex campione di Oakmont, ha scherzato sulla distanza estesa della buca. Allo stesso modo, Paul Goydos ha suggerito ironicamente una competizione combinata di drive più lungo e più vicino alla bandiera.

Il post sui social media di Min Woo Lee ha evidenziato la discrepanza tra la par three indicata e la lunghezza apparente della buca, innescando un dibattito online.

L’utilizzo del driver nel giro di pratica di Collin Morikawa ha evidenziato l’estrema sfida. Xander Schauffele ha replicato che un driver è effettivamente una mazza adatta. Viktor Hovland ha definito l’uso di mazze lunghe su una par three “sciocco”.

Scottie Scheffler e altri, tuttavia, rimangono concentrati sull’esecuzione della loro strategia indipendentemente dalla scelta della mazza. Schauffele sottolinea il punteggio strategico, riconoscendo anche possibili ferite all’ego. Ludvig Aberg esprime una preferenza per le par three lunghe e impegnative.

Justin Thomas ha espresso riserve sul design della buca, mettendo in discussione il merito architettonico di una par three così lunga.

Il design della buca è stato perfezionato da Gil Hanse, che ha ingrandito il bunker “Sahara” e modificato il rough del green, aumentando la difficoltà.

Nel 2016, l’ottava si è classificata come l’ottava buca più difficile, con un basso numero di birdie e un punteggio medio elevato. La sua difficoltà storica è evidente nelle sue prestazioni negli US Open passati.

Il leggendario giro di Johnny Miller del 1973 includeva un bogey in questa buca, nonostante la sua eccezionale prestazione complessiva e nove birdie.

Si prevede che l’ottava buca di Oakmont dominerà la classifica delle buche più impegnative del torneo.

Le buche dell’US Open 2023 al Los Angeles Country Club si uniranno probabilmente alla classifica, evidenziando la sfida eccezionale delle par three lunghe nei campionati maggiori.

I confronti storici rivelano la sfida unica dell’ottava; si distingue dalle buche comparabili in altri campionati maggiori.

La par three più corta in un major, al contrario, si è giocata a sole 81 yard.

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