La Banca Mondiale prevede la più lenta crescita economica globale degli ultimi sessant’anni, attribuendo il rallentamento agli effetti persistenti delle tariffe imposte da Donald Trump.
Le proiezioni di crescita per quasi i due terzi delle nazioni del mondo sono state riviste al ribasso rispetto alla precedente valutazione della banca di sei mesi fa.
La crescita globale è ora prevista allo 0,23% nel 2025, con una diminuzione dello 0,4% rispetto alla previsione di gennaio, e al 2,6% nel 2027.
Il rapporto biennale ha declassato le prospettive di crescita per le principali economie, tra cui Giappone, Europa e Stati Uniti.
Le previsioni di gennaio hanno preceduto le politiche commerciali dell’amministrazione Trump.
Successivamente, l’imposizione di una tariffa universale del 10% sulle importazioni statunitensi, insieme all’aumento delle tariffe su acciaio e alluminio, ha innescato un forte calo del mercato ad aprile.
Sebbene una sentenza commerciale abbia giudicato illegale una parte significativa di queste tariffe a maggio, l’amministrazione Trump ha presentato con successo ricorso per mantenerle.
La Banca Mondiale ha ridotto le sue previsioni di crescita per gli Stati Uniti per il 2025 e il 2026, citando l’aumento delle tensioni commerciali, la diminuzione della fiducia degli investitori e la riduzione dei consumi privati.
Al contrario, le previsioni per la Cina sono rimaste invariate, riflettendo la valutazione della banca della sua resilienza all’incertezza politica globale.
Il rapporto evidenzia l’aumento dell’incertezza politica e delle barriere commerciali come sfide significative per le prospettive economiche globali, avvertendo di ulteriori impatti negativi derivanti da potenziali restrizioni commerciali future.
La banca prevede ulteriori riduzioni della crescita qualora gli Stati Uniti aumentassero le tariffe, insieme ad un avvertimento sull’aumento dell’inflazione.
Il rapporto suggerisce che l’aumento delle tariffe potrebbe portare a un blocco del commercio globale nella seconda metà dell’anno, innescando potenzialmente una crisi di fiducia, un aumento dell’incertezza e turbolenze di mercato.
Tuttavia, la probabilità di una recessione globale è considerata inferiore al 10%.
Questo rapporto segue un declassamento simile da parte dell’OCSE, che ora prevede una crescita globale “modesta” del 2,9%, in calo rispetto alla precedente stima del 3,1%.
Nel frattempo, a Londra si sono conclusi nuovi colloqui volti a risolvere la controversia commerciale tra Stati Uniti e Cina.
Gli aumenti di prezzo in alcuni settori sono stati compensati da diminuzioni in altri, tra cui benzina, biglietti aerei e abbigliamento.
Le due maggiori economie del mondo hanno concordato un quadro per la de-escalation delle tensioni commerciali.
India e Stati Uniti hanno avviato negoziati commerciali prima degli annunci tariffari di Trump del 2 aprile.
I produttori spagnoli di prosciutto e olio d’oliva stanno esplorando mercati alternativi per compensare la riduzione delle vendite negli Stati Uniti.
Sono in corso ulteriori colloqui per risolvere la guerra commerciale tra le due maggiori economie del mondo.