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All’inizio di questo mese, gli agenti di protezione diplomatica della polizia metropolitana si sono goduti tè e biscotti nell’anticamera di Lancaster House, mentre al piano superiore, i politici europei si sono riuniti per discutere della futura cooperazione.
L’ambientazione era appropriata: Lancaster House riflette la storia intrecciata tra il Regno Unito e l’Europa. La sua grandiosa scalinata ricorda Versailles; la regina Vittoria ospitò Chopin qui; e Tony Blair incontrò il presidente Putin per un vertice sull’energia nel 2003.
Il Segretario agli Esteri David Lammy ha ospitato un importante incontro che ha affrontato la guerra in Ucraina, la sicurezza europea e, per la prima volta dalla Brexit, un vertice Regno Unito-UE (19 maggio).
Il governo britannico considera questo un momento cruciale. Prima della Brexit, i primi ministri del Regno Unito partecipavano frequentemente ai vertici di Bruxelles. Dopo la Brexit, questi incontri su larga scala sono cessati.
Il governo laburista, eletto su una piattaforma di miglioramento delle relazioni con l’UE, prevede un rinnovato impegno regolare. Il vertice di lunedì segna l’inizio.
Sir Keir Starmer ospiterà i principali leader dell’UE per lanciare una nuova partnership, descritta dall’ambasciatore dell’UE come il culmine di un contatto rafforzato dopo le elezioni nel Regno Unito del 2024. Ma cosa comporterà questo?
Si tratta di un “vertice di resa” (Conservatori), di un “grande tradimento britannico” (Reform UK), di un’occasione persa (Liberal Democratici), o, come suggerisce Sir Keir Starmer, di “serio pragmatismo” che migliora le vite?
Durante i negoziati sulla Brexit del 2020, è stata discussa una partnership per la sicurezza e la difesa, ma alla fine è stata messa da parte. Ora, un nuovo patto è il fulcro previsto dell’accordo.
Il capo della politica estera dell’UE, Kaja Kallas, presente ai primi colloqui a Lancaster House, ha riconosciuto le difficoltà passate, ma ha sottolineato la necessità di una partnership visti gli eventi globali.
Tuttavia, alcuni si oppongono a questo impegno. Il parlamentare conservatore Alex Burghart ritiene che la NATO sia sufficiente, mentre Richard Tice di Reform UK non vede alcun valore in una struttura militare dell’UE “maldestra”.
Il governo ribatte che la partnership integra, non mina, la NATO, comprendendo aspetti di sicurezza più ampi: economico, infrastrutturale, energetico, migratorio e della criminalità transnazionale.
Gli esperti del settore vedono benefici economici. Kevin Craven di ADS Group evidenzia il programma SAFE dell’UE (150 miliardi di euro in prestiti) a cui i produttori di difesa del Regno Unito potrebbero accedere tramite una partnership di sicurezza, potenzialmente aumentando la produzione di difesa dell’UE di un quinto.
Il portavoce dei Liberal Democratici Calum Miller concorda, sottolineando il vantaggio strategico del dialogo continentale. Altri notano l’esistente collaborazione in materia di difesa tra Regno Unito e UE.
Jill Rutter di UK in a Changing Europe sostiene che l’impatto è limitato, visti i miglioramenti esistenti. Tuttavia, i sostenitori suggeriscono che la partnership creerà nuove strade per l’impegno.
Più controverso è il proposto accordo “veterinario” che riduce i controlli alle frontiere di cibo e bevande. Il ministro del Gabinetto Nick Thomas-Symonds cita un mandato per ridurre i costi.
L’industria alimentare lo appoggia. Julianne Ponan di Creative Nature evidenzia gli oneri burocratici legati alla Brexit, descrivendo il sistema attuale come un ostacolo alle sue esportazioni nell’UE.
Questo avrebbe un impatto significativo sull’Irlanda del Nord, semplificando il commercio attraverso il Mare d’Irlanda. Tuttavia, l’allineamento delle normative alimentari con gli standard dell’UE e la supervisione della corte dell’UE sono una preoccupazione.
I conservatori lo vedono come una “resa”, perdendo il controllo delle leggi. Reform UK lo definisce un “tradimento”, preferendo la divergenza da un modello UE fallimentare.
Il Labour respinge queste preoccupazioni come obsolete. Al contrario, alcuni criticano l’approccio cauto di Sir Keir. I Liberal Democratici sostengono un’unione doganale.
David Henig lo considera un approfondimento commerciale incrementale, non un cambiamento radicale. Jill Rutter ritiene che un accordo veterinario di successo potrebbe dimostrare il potenziale di una maggiore cooperazione.
Gli accordi sulla pesca post-Brexit scadono il prossimo anno. L’UE cerca una proroga, mentre David Davis sostiene una posizione più dura, sfruttando i diritti di pesca per ottenere concessioni.
Tuttavia, la dipendenza del Regno Unito dai mercati dell’UE complica questo aspetto. Gli stati costieri richiederanno probabilmente concessioni. Le discussioni iniziali hanno persino collegato la partnership di sicurezza a un accordo sulla pesca.
Un accordo sulla mobilità giovanile, che consente ai minori di 30 anni di vivere e lavorare nei rispettivi paesi, è un’altra questione chiave. Il governo inizialmente lo ha respinto, ma ora suggerisce uno schema limitato e controllato.
Questo approccio controllato mira a evitare l’inflazione della migrazione netta, differenziandosi dalle preferenze dell’UE. Il Regno Unito ha schemi simili con altri paesi.
Calum Miller mette in discussione l’avversione a tale schema con i paesi vicini. Paula Surridge suggerisce che l’opinione pubblica sull’immigrazione è sfumata, con meno preoccupazioni per i lavoratori qualificati.
Lord Hayward mette in guardia su una potenziale “trappola per orsi” se percepita come libera circolazione, mentre gli oppositori accusano Sir Keir di mirare a legami più stretti con l’UE.
Richard Tice minaccia di revocare qualsiasi accordo. Tuttavia, il signor Thomas-Symonds insiste sul fatto che il Labour non comprometterà le sue linee rosse.
L’attenzione rimane sul “far funzionare la Brexit”. A Lancaster House, un dipinto del Duca di Wellington fornisce un contesto storico per il prossimo vertice, spingendo a riflettere sulle complessità delle relazioni tra Regno Unito e UE.
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