Ven. Set 19th, 2025
Il Regno Unito discuterà l’accesso ai finanziamenti per la difesa dell’UE

Sono previste negoziazioni riguardanti la partecipazione di aziende britanniche a progetti militari finanziati dall’UE e supportati da prestiti europei per la difesa.

La Commissione Europea sta formulando piani per allocare miliardi di capitali di prestito agli stati membri dell’UE, facilitando iniziative collaborative di approvvigionamento di armi.

I ministri britannici mirano a finalizzare un accordo nelle prossime settimane, consentendo alle imprese con sede nel Regno Unito di impegnarsi in contratti finanziati da questi prestiti.

L’imminente accordo stabilirà i parametri per l’entità del coinvolgimento delle aziende britanniche, insieme a una tassa d’ingresso stabilita pagabile dal Regno Unito per la partecipazione.

L’iniziativa Security Action for Europe (SAFE), svelata a marzo, costituisce una componente della più ampia strategia dell’UE per rafforzare le sue capacità di difesa in risposta all’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia.

Nell’ambito di questo schema, la Commissione Europea intende prendere in prestito fino a 150 miliardi di euro (130 miliardi di sterline) per fornire prestiti a lungo termine a sostegno di joint venture di difesa.

I progetti ammissibili richiedono che uno stato membro dell’UE che riceve un prestito collabori con un’altra nazione dell’UE, o con Ucraina, Islanda, Liechtenstein, Norvegia o Svizzera.

L’iniziativa mira a stimolare la spesa per la difesa consentendo ai paesi dell’UE con spese di prestito elevate di sfruttare il vantaggioso rating di credito della Commissione.

Questi prestiti sono destinati a facilitare l’acquisizione di attrezzature essenziali, comprendenti munizioni, artiglieria, sistemi di difesa missilistica e droni di livello militare.

Sebbene il Regno Unito non sia idoneo a richiedere direttamente questi prestiti, un patto di difesa siglato con l’UE a maggio ha aperto la strada ai contraenti della difesa del Regno Unito per contribuire a progetti finanziati attraverso questo meccanismo.

A seguito dell’autorizzazione formale dei negoziati da parte dei ministri dell’UE giovedì, i funzionari discuteranno ora di un accordo supplementare che delineerà le specifiche della partecipazione britannica.

Oltre alla tassa d’ingresso del Regno Unito, si prevede che le discussioni si concentreranno sulla definizione dei limiti massimi dei contributi delle aziende britanniche ai progetti partecipanti.

Attualmente, gli enti di difesa del Regno Unito sono limitati a fornire un massimo del 35% del valore totale di un prodotto di difesa completato.

Questo tetto massimo è soggetto a potenziali adeguamenti durante i prossimi colloqui, sebbene i rapporti suggeriscano che la Francia stia sostenendo limitazioni all’entità in cui le aziende non UE possono beneficiare di prestiti sostenuti dall’UE.

Il Segretario alla Difesa John Healey ha precedentemente affermato la volontà del Regno Unito di contribuire con la sua “giusta quota” finanziariamente per accedere allo schema, sottolineando al contempo l’importanza di avere “voce in capitolo” nella progettazione del programma e di salvaguardare i diritti di proprietà intellettuale del Regno Unito.

Nick Thomas-Symonds, il ministro responsabile delle relazioni con l’UE, ha recentemente espresso la sua ambizione di avere un accordo in atto per facilitare la partecipazione delle aziende britanniche al primo ciclo di offerte, con domande in scadenza entro la fine di novembre.

Diciannove dei 27 stati membri dell’UE hanno presentato domande di prestito, con erogazioni previste a partire dall’inizio del 2025.

La Polonia è stata designata per ricevere la più grande allocazione, pari a 43,7 miliardi di euro, seguita dalla Romania con 16,6 miliardi di euro e dall’Ungheria e dalla Francia, ciascuna con 16,2 miliardi di euro.

Il governo del Regno Unito ha espresso il suo sostegno all’inizio delle discussioni, affermando che la collaborazione è nell’interesse reciproco di entrambe le parti per “unire le nostre capacità e competenze uniche per rendere l’Europa un luogo più sicuro, più protetto e più prospero”.

Anche il Canada è impegnato in negoziati volti a consentire alle sue aziende di partecipare all’iniziativa.

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