Il Ministero dell’Ecologia, della Protezione Ambientale e dei Cambiamenti Climatici dell’Uzbekistan ha rilasciato una dichiarazione in risposta a una proposta dell’imprenditore Murod Nazarov di revocare la moratoria sull’abbattimento degli alberi.
Il Ministero ha esaminato la proposta avanzata dall’imprenditore Murod Nazarov durante un dialogo aperto presso la Camera di Commercio e Industria, che suggeriva di sostituire la moratoria sull’abbattimento degli alberi con piantagioni compensative e la creazione di una “banca degli alberi”.
Il Ministero rileva che l’Uzbekistan, essendo un paese senza sbocco sul mare, non ha accesso agli oceani – fonti naturali vitali di ossigeno e assorbimento di anidride carbonica – ed è coperto per oltre il 60% da deserti e semi-deserti, il che lo rende particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici.
“È fondamentale ricordare il fattore del cambiamento climatico nella regione. Il tasso di riscaldamento in Asia centrale è il doppio della media globale. Negli ultimi 30 anni, la temperatura nella regione è aumentata di 1,5°C, rispetto alla media globale di 0,7°C. In tali condizioni, gli spazi verdi diventano un elemento vitale dell’equilibrio ecologico e la moratoria sull’abbattimento degli alberi mira a preservare questo equilibrio”, si legge nella dichiarazione.
Il Ministero ha citato l’esperienza dei paesi sviluppati, che dimostra che severe restrizioni sull’abbattimento degli alberi sono uno strumento efficace per la protezione dell’ambiente e lo sviluppo urbano sostenibile.
Ad esempio, in Germania, la legislazione protegge non solo le foreste, ma anche il verde urbano. L’abbattimento illegale, soprattutto nelle aree pubbliche, può comportare una multa fino a €50.000 per albero. Le misure compensative sono soggette a monitoraggio obbligatorio.
Nel Regno Unito, la violazione di un Tree Preservation Order (TPO) può comportare una multa fino a £20.000 in un tribunale dei magistrati o una multa illimitata e la reclusione in una corte della corona. Nel 2023, l’autore che ha distrutto il famoso albero di Sycamore Gap ha ricevuto una pena detentiva di oltre quattro anni.
In Kazakistan, l’articolo 340 del codice penale prevede una multa fino a 160 indici di calcolo mensili (circa $1.181 USD) o l’arresto fino a 40 giorni, con possibile confisca dei beni per l’abbattimento illegale di alberi. Nella Federazione Russa, l’articolo 260 del codice penale prevede una multa fino a 1 milione di rubli (circa $12.770 USD) o la reclusione fino a 4 anni per l’abbattimento in quantità significative. Sono anche possibili la confisca delle attrezzature e il risarcimento dei danni.
Questi esempi dimostrano che anche in paesi con climi più favorevoli, sono in vigore misure severe per proteggere gli spazi verdi.
Per confronto, l’articolo 79 del codice di responsabilità amministrativa dell’Uzbekistan prevede una multa da 25 a 50 valori di calcolo di base (circa $738-$1470 USD) per i cittadini e da 50 a 75 per i funzionari (circa $1470-$2210 USD). A questo proposito, la preservazione e il rafforzamento della moratoria sono visti come una misura cruciale per la sostenibilità ecologica di fronte alla crescente pressione climatica, secondo gli ecologisti del paese.
Il Ministero rileva inoltre che il meccanismo proposto di piantagioni compensative e una “banca degli alberi” non può sostituire l’attuale moratoria per i seguenti motivi:
Il Ministero ritiene che il tentativo di rivedere la moratoria sia particolarmente deplorevole in un momento in cui le aziende si stanno sforzando di implementare i principi ESG nelle loro operazioni e quando il paese ha dichiarato il 2025 come l’anno della “Protezione ambientale e dell’economia ‘verde’”.
“Nel suo discorso, il signor Nazarov ha menzionato l’uso di vari ‘metodi’ di abbattimento degli alberi a tutti i costi. A questo proposito, il Ministero ritiene che le forze dell’ordine dovrebbero condurre un esame approfondito dei suoi approcci all’abbattimento degli alberi. Speriamo che i risultati di questo studio forniscano conclusioni pertinenti sulle sue attività passate”, si legge nella dichiarazione.
Il Ministero ha inoltre espresso la sua disponibilità a un dialogo costruttivo, ma non a una revisione dei principi fondamentali della politica ambientale statale.