L’Inghilterra rischia una diffusa carenza d’acqua potabile entro il prossimo decennio se non inizieranno nuovi lavori di costruzione di bacini artificiali, ha avvertito un ministro del governo.
Questo annuncio urgente segue la decisione del governo di accelerare il processo di pianificazione per due importanti progetti di bacini artificiali.
Tuttavia, superare le obiezioni locali è una questione politicamente delicata e, anche con tempistiche accelerate, questi bacini potrebbero non essere operativi per oltre un decennio.
Gli esperti consigliano inoltre che sarà necessario ridurre il consumo di acqua domestica per garantire forniture sufficienti, in particolare considerando l’aumento delle temperature e la crescita della popolazione.
Il governo prenderà ora decisioni definitive in merito al proposto bacino artificiale di Fens nel Cambridgeshire e al bacino artificiale del Lincolnshire, bypassando le autorità di pianificazione locali. Questo approccio semplificato, secondo la Ministra dell’Acqua Emma Hardy, è fondamentale per ridurre i ritardi burocratici.
In un’intervista a BBC Breakfast, Hardy ha dichiarato: “Il fallimento nella costruzione di questi bacini artificiali porterà a critiche carenze di acqua potabile entro la metà degli anni 2030”.
Le proiezioni attuali stimano il completamento dei bacini del Cambridgeshire e del Lincolnshire rispettivamente nel 2036 e nel 2040.
Il Dr. Glenn Watts, direttore scientifico dell’acqua presso il UK Centre for Ecology & Hydrology, sottolinea che questi bacini artificiali miglioreranno la resilienza alla siccità in una regione che già sperimenta un’elevata domanda di acqua e condizioni aride.
I bacini artificiali fungono da cuscinetti cruciali contro la siccità immagazzinando le precipitazioni in eccesso.
Il Met Office prevede una maggiore probabilità di siccità nei prossimi decenni a causa delle estati più calde e secche indotte dai cambiamenti climatici.
La primavera eccezionalmente secca di quest’anno, come dettagliato in recentes rapporti, ha sottolineato l’urgenza di questi preparativi. Il nord-ovest dell’Inghilterra è attualmente ufficialmente in siccità, secondo l’Environment Agency.
L’aumento della domanda da parte di nuove abitazioni, centri dati e altri settori esacerba ulteriormente la situazione. In particolare, nessun grande bacino artificiale è stato completato in Inghilterra dal 1992.
L’anno scorso, il governo e le aziende idriche hanno proposto congiuntamente la costruzione di nove nuovi bacini artificiali entro il 2050, potenzialmente aggiungendo 670 milioni di litri di capacità idrica giornaliera.
Questo si aggiunge al progetto del bacino artificiale di Havant Thicket nell’Hampshire, previsto per il completamento entro il 2031.
Il governo intende accelerare i restanti sette bacini artificiali proposti attraverso la legislazione, concedendo l’autorità decisionale a livello nazionale.
David Porter, vicepresidente senior dell’Institution of Civil Engineers (ICE), riconosce la complessità e le lunghe tempistiche dei progetti di bacini artificiali, sottolineando che la semplificazione del processo è vantaggiosa.
L’industria idrica sostiene ampiamente questa iniziativa. David Henderson, amministratore delegato di Water UK, sottolinea la necessità critica di una costruzione immediata per evitare l’aumento dei costi e dei ritardi.
Tuttavia, la costruzione accelerata ha un costo, che potrebbe avere un impatto sulle bollette dell’acqua dei consumatori. Inoltre, non sono previsti nuovi grandi bacini artificiali prima della fine di questo decennio.
Gli esperti avvertono che i soli bacini artificiali sono insufficienti e sostengono la priorità delle strategie di gestione dell’acqua in un clima che cambia.
La prof. Hannah Cloke dell’Università di Reading si fa promotrice di un approccio completo, che include la riduzione delle perdite, la minimizzazione degli sprechi e la raccolta dell’acqua piovana.
Suggerisce inoltre regolamenti più severi sulle nuove costruzioni e la ristrutturazione degli edifici esistenti per migliorare l’efficienza idrica.
I progetti probabilmente si scontreranno con l’opposizione delle comunità locali, soprattutto di quelle che potrebbero essere spostate dalla costruzione di bacini artificiali.
Il Dr. Kevin Grecksch dell’Università di Oxford critica l’approccio di pianificazione accelerato del governo, anticipando una reazione negativa da parte del pubblico.
Al contrario, David Porter dell’ICE sottolinea l’importanza di dare priorità all’interesse pubblico più ampio, pur riconoscendo la necessità di una considerazione rispettosa delle preoccupazioni locali.
La segretaria ombra per l’ambiente Victoria Atkins ha attribuito le pressioni sull’approvvigionamento idrico alle politiche del Labour sull’agricoltura e sull’immigrazione.
Ulteriori contributi di Justin Rowlatt, Esme Stallard e Miho Tanaka; mappa di Christine Jeavans
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