L’annuncio del 2019 di Justin Baldoni di adattare il romanzo best-seller di Colleen Hoover, *It Ends With Us*, in un film ha acceso un’eccitazione immediata e diffusa.
Il romanzo di Hoover aveva già raggiunto un significativo impatto culturale, vendendo 20 milioni di copie e diventando una sensazione virale su TikTok con oltre un miliardo di tag.
Il casting di Blake Lively, nota per il suo ruolo in *Gossip Girl*, nel ruolo del personaggio principale, Lily Bloom, ha ulteriormente amplificato l’attesa. I fan l’hanno considerata la scelta ideale per interpretare una donna alle prese con le conseguenze degli abusi domestici.
Il film rappresenta Lily, una fioraia di Boston, che naviga in un complesso triangolo amoroso tra il suo affascinante ma violento fidanzato, Ryle Kincaid (interpretato da Baldoni), e il suo compassionevole primo amore, Atlas Corrigan (Brandon Sklenar).
Uscito lo scorso agosto, *It Ends With Us* ha ottenuto un notevole successo al botteghino, incassando oltre 350 milioni di dollari in tutto il mondo.
Tuttavia, dietro le quinte, la produzione è stata segnata da polemiche. Voci di una faida tra Baldoni e Lively circolavano anche prima dell’uscita del film.
A dicembre, Lively ha presentato una denuncia legale contro Baldoni, accusandolo di molestie sessuali e di una campagna diffamatoria. Baldoni ha smentito con veemenza queste accuse e ha presentato una controdenuncia, che è stata successivamente respinta da un giudice a giugno.
Un resoconto dettagliato degli eventi:
Il tour stampa del film, ironicamente considerando il suo tema, si è concentrato fortemente sulla moda e sulla promozione di prodotti, tra cui il marchio di prodotti per capelli di Lively e la società di gin di suo marito, piuttosto che sulla sensibilizzazione sugli abusi domestici.
L’enfasi di Lively sullo stile e sull’estetica rispetto al tema centrale del film ha suscitato critiche. Alla premiere di Londra, alla stampa è stato chiesto di mantenere le domande “divertenti e leggere”, evitando la discussione sugli abusi domestici.
La dichiarazione di Lively alla premiere di New York—”sei molto più di una semplice sopravvissuta o una semplice vittima”—ha provocato una significativa reazione negativa sui social media.
La sopravvissuta agli abusi domestici Ashley Paige ha criticato la formulazione di Lively, paragonando la promozione del film al “sequel di Barbie”.
Ulteriori critiche sono seguite al video promozionale di Lively che incoraggiava gli spettatori a “Prendere le amiche, indossare i fiori e uscire a vederlo”, considerato insensibile dato il tema del film.
L’assenza di apparizioni congiunte e interviste di Lively e Baldoni ha alimentato le speculazioni. Alla premiere di Londra, il team di Lively ha esplicitamente messo in guardia contro le domande su Baldoni.
Gli osservatori hanno notato che Lively, Baldoni e l’autrice Hoover non si seguivano sui social media, aggiungendo ulteriore intrigo.
Nessun attore ha affrontato pubblicamente la presunta faida; l’unico commento di Baldoni ha descritto Lively come una “creativa dinamica” coinvolta in ogni aspetto della produzione.
Durante il tour stampa, Baldoni ha ingaggiato una responsabile della gestione delle crisi, Melissa Nathan, i cui clienti passati includono personaggi di alto profilo come Johnny Depp e Drake.
Dopo il tour, Lively ha affrontato intense critiche online, tra cui interviste riemerse, come quella condivisa dalla giornalista norvegese Kjersti Flaa, che ha chiarito che la sua intervista non aveva alcun collegamento con Baldoni.
L’attore Brandon Sklenar, che ha interpretato Atlas, ha difeso Lively, evidenziando la negatività online e l’impatto positivo del film su una sua stretta conoscenza che aveva vissuto una relazione simile.
Quattro mesi dopo l’uscita, la denuncia legale di Lively contro Baldoni e Wayfarer Studios ha dettagliato accuse di “molestie sessuali ripetute e altri comportamenti inquietanti”, corroborate da altri membri del cast e della troupe femminile.
La denuncia descriveva un incontro di gennaio per affrontare l’ambiente di lavoro ostile, a cui hanno partecipato Lively, suo marito Ryan Reynolds, Baldoni e l’amministratore delegato di Wayfarer Jamey Heath, che ha portato a un elenco di richieste per migliorare la sicurezza sul lavoro e la condotta professionale.
La denuncia afferma inoltre che Baldoni e il suo team hanno lanciato una campagna diffamatoria per danneggiare la reputazione di Lively, utilizzando un “esercito digitale” per diffondere contenuti negativi.
Il team legale di Baldoni ha negato le accuse, sostenendo che le minacce di Lively di interrompere la promozione del film hanno spinto le loro azioni. Il suo avvocato, Bryan Freedman, ha descritto le accuse di Lively come “categoricamente false”.
Diverse attrici di Hollywood, tra cui America Ferrera, Amber Tamblyn e Alexis Bledel, hanno pubblicamente espresso il loro sostegno a Lively. Anche l’autrice Colleen Hoover ha espresso il suo sostegno a Lively.
In seguito alla denuncia di Lively, Vital Voices ha revocato un premio assegnato a Baldoni, citando il suo presunto “comportamento abominevole” come incompatibile con i loro valori. Anche la co-conduttrice del podcast di Baldoni, Liz Plank, si è dimessa dallo show *The Man Enough*.
Baldoni ha successivamente presentato una causa per diffamazione da 250 milioni di dollari contro il *New York Times*, che è stata rigettata a giugno. Una successiva causa da 400 milioni di dollari contro Lively e Reynolds è stata anch’essa rigettata a giugno, con il giudice che ha dichiarato che Baldoni non è riuscito a dimostrare un’estorsione illecita piuttosto che negoziati contrattuali ammissibili.
Baldoni ha pubblicato delle scene tagliate da una scena romantica, sostenendo che smentivano le affermazioni di Lively, mentre gli avvocati di Lively hanno sostenuto che le immagini mostravano avances indesiderate e mancanza di consenso. È stato anche pubblicato un messaggio vocale di Baldoni che si scusava con Lively. Il caso è previsto per il processo nel marzo 2026.
Baldoni ha lanciato un sito web, “Lawsuit Info”, che dettaglia le sue denunce legali e una cronologia degli eventi, inclusi presunti scambi di messaggi di testo tra lui e Lively. Un mandato di comparizione emesso a Taylor Swift, che affermava il suo coinvolgimento nella pressione su Baldoni in merito alle riscritture della sceneggiatura, è stato successivamente ritirato. Lively ha ritirato alcune accuse, spingendo Baldoni a richiedere le sue cartelle cliniche, una richiesta attualmente in esame da parte del tribunale.