Gio. Nov 20th, 2025
Autorità italiane sequestrano 1,3 miliardi di euro al presidente del Gruppo Campari per indagine su evasione fiscale

Le autorità italiane hanno sequestrato azioni per un valore di 1,3 miliardi di euro (1,1 miliardi di sterline; 1,5 miliardi di dollari) a Lagfin, la holding che controlla il Gruppo Campari, in seguito ad accuse di evasione fiscale.

L’ordinanza di confisca, emessa dai funzionari, fa parte di un’indagine in corso da un anno sull’assorbimento da parte di Lagfin della sua filiale italiana.

La società è accusata di non aver versato le tasse, presumibilmente per un valore simile a quello delle azioni sequestrate, durante la suddetta fusione. Lagfin sostiene di aver sempre rispettato tutte le normative fiscali applicabili.

Il Gruppo Campari, il cui portafoglio comprende marchi come Aperol, Grand Marnier e Courvoisier, ha dichiarato che né esso né le sue filiali sono coinvolti nell’indagine.

Tuttavia, secondo quanto riportato dai media locali, il presidente Luca Garavoglia è tra le persone attualmente sotto inchiesta.

Lagfin, che detiene oltre il 50% delle azioni Campari e l’80% dei suoi diritti di voto, ha affermato in una dichiarazione alla BBC di aver “sempre agito nel più scrupoloso rispetto di tutte le leggi e i regolamenti applicabili, comprese le leggi fiscali italiane”.

I pubblici ministeri di Milano hanno avviato la loro inchiesta sulla società l’anno scorso. La polizia finanziaria ha dichiarato venerdì di aver presumibilmente scoperto 5,3 miliardi di euro di plusvalenze non dichiarate tra il 2018 e il 2020, sulle quali la società presumibilmente non ha pagato la “exit tax” applicata alle aziende che trasferiscono la loro sede all’estero.

Inoltre, la società è accusata di aver trasferito i suoi beni italiani a proprietà straniere esclusivamente a fini di elusione fiscale, come riportato dal quotidiano finanziario italiano Il Sole 24 Ore.

Il signor Garavoglia, il miliardario che ha ereditato la proprietà di Campari dalla sua defunta madre, è coinvolto insieme a Giovanni Berto, il capo della divisione italiana di Campari, secondo i media locali.

Lagfin ha dichiarato che si “difenderà vigorosamente” nella questione, che definisce una “disputa fiscale”.

La società ha sottolineato che Campari non è mai stata coinvolta “in alcun modo” nella situazione, aggiungendo che il sequestro, dato il controllo dell’80% dei diritti di voto di Campari da parte di Lagfin, è “assolutamente incapace di influenzare la posizione di Lagfin come azionista di controllo di Campari”.

Campari, uno dei maggiori produttori di alcolici al mondo, ha una capitalizzazione di mercato di circa 7 miliardi di euro alla Borsa di Milano.

Le origini della società risalgono al 1860, quando il liquore bitter fatto in casa da Gaspare Campari guadagnò popolarità tra gli avventori del suo bar milanese.

Il suo successo portò la sua famiglia a iniziare la produzione commerciale nel 1904 e, dagli anni ’90 in poi, l’azienda iniziò ad acquisire altri marchi di alcolici.

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