Mer. Giu 18th, 2025
Attacco a centro distribuzione aiuti Gaza: 51 palestinesi uccisi

Testimoni oculari e personale di soccorso riferiscono che le forze israeliane hanno aperto il fuoco vicino a un punto di distribuzione di aiuti umanitari nel sud di Gaza, causando la morte di oltre 51 palestinesi e numerosi feriti.

Secondo l’agenzia di protezione civile gestita da Hamas, le truppe israeliane hanno impegnato la folla vicino al sito di aiuti a Khan Younis, lasciando oltre 200 persone ferite. L’esercito israeliano ha confermato alla BBC di stare indagando su questi rapporti.

Questo incidente rappresenta l’ultimo, e potenzialmente il più mortale, di una serie di sparatorie quasi quotidiane che si verificano intorno ai siti di distribuzione di aiuti a Gaza. Le vittime degli ultimi giorni sono derivate principalmente da questi incidenti, piuttosto che da attacchi israeliani diretti contro obiettivi di Hamas.

I testimoni descrivono le forze israeliane che aprono il fuoco e bombardano un’area a est di Khan Younis, dove migliaia di palestinesi si erano riuniti per ricevere farina da un sito del Programma Alimentare Mondiale (PAM), che include anche una cucina comunitaria. I resoconti indicano che i droni israeliani hanno lanciato due missili, seguiti da fuoco di carri armati da circa 400-500 metri di distanza, causando numerose vittime.

La folla si era radunata vicino a una strada principale che conduce a Bani Suheila, una regione che sta vivendo prolungate operazioni militari israeliane. L’ospedale Nasser, la principale struttura medica funzionante della zona, è stato sopraffatto, con i feriti che ricevono cure a terra a causa della sovraffollamento.

BBC Verify ha confermato le riprese video che circolano sui social media, mostrando le immediate conseguenze dell’incidente a Khan Younis. Il portavoce dell’agenzia di protezione civile di Gaza, Mahmud Bassal, ha riferito all’AFP almeno 50 morti, attribuendole a attacchi di droni seguiti da bombardamenti di carri armati.

Le IDF hanno dichiarato che è stato osservato un raduno vicino a un camion di distribuzione di aiuti fermo a Khan Younis, vicino alle truppe in azione. Hanno riconosciuto le segnalazioni di feriti a seguito di spari delle IDF dopo che la folla si è avvicinata, aggiungendo che l’incidente è in fase di revisione.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha ricevuto segnalazioni di un evento con numerose vittime. Thanos Gargavanis, chirurgo traumatologo e ufficiale di emergenza dell’OMS, ha sottolineato la correlazione ricorrente tra i siti di distribuzione di cibo e gli incidenti con numerose vittime, osservando che le recenti lesioni da trauma sono principalmente ferite d’arma da fuoco.

Per settimane, il personale medico dell’ospedale Nasser ha avvertito delle limitazioni di capacità a causa delle continue vittime, delle scorte limitate e degli ordini di evacuazione israeliani. L’ospedale ha affrontato un afflusso quasi quotidiano di vittime di sparatorie vicino ai siti di distribuzione di aiuti gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation (GHF), supportata da Israele e dagli Stati Uniti.

Mentre i testimoni riferiscono costantemente che le truppe israeliane aprono il fuoco in questi incidenti, ci sono anche segnalazioni di uomini armati locali che sparano contro i civili. Le IDF in genere rispondono affermando che sono stati dati avvertimenti e che i colpi sono stati sparati solo quando i “sospetti” rappresentavano una minaccia percepita, offrendo pochi ulteriori dettagli.

Le restrizioni all’accesso dei media internazionali a Gaza, inclusa la BBC, ostacolano la verifica indipendente degli eventi. La GHF si è dissociata da questi incidenti, sostenendo che si verificano lontano dai loro punti di distribuzione.

Tuttavia, l’attuale sistema di distribuzione contribuisce innegabilmente a grandi raduni di palestinesi disperati che cercano cibo. Le IDF hanno imposto coprifuoco sull’accesso ai siti di distribuzione di aiuti, ma questo lascia ai civili opzioni limitate per ottenere cibo.

Video verificati dai siti GHF mostrano folle enormi che si precipitano per gli aiuti con un controllo organizzativo minimo. La GHF ha chiuso temporaneamente i siti in diverse occasioni per migliorare la sicurezza. Incidenti di sparatoria simili si verificano anche con i convogli di aiuti.

Questa situazione riflette un collasso dei sistemi di sicurezza e di distribuzione degli aiuti a Gaza. Hamas ha definito i centri di aiuti trappole mortali. I saccheggi esacerbano la situazione, con bande criminali, milizie e Hamas che operano nel caos.

I critici sostengono che la GHF facilita un piano del governo israeliano per spostare i palestinesi verso sud. Israele, con l’obiettivo di ridurre l’influenza umanitaria delle Nazioni Unite, sostiene che il sistema alternativo è necessario per prevenire il furto di aiuti da parte di Hamas.

Il capo dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, ha accusato Israele di utilizzare il cibo come arma e ha chiesto un’indagine completa. Philippe Lazzarini, capo dell’UNRWA, ha notato le tragedie in corso a Gaza mentre l’attenzione mondiale si sposta altrove.

Attualmente, non c’è alcun piano apparente da parte di Israele, della GHF o della comunità internazionale per prevenire le uccisioni quasi quotidiane di palestinesi che cercano rifornimenti alimentari essenziali.

Sono trascorsi 20 mesi da quando Israele ha lanciato una campagna militare a Gaza in seguito all’attacco transfrontaliero di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023, che ha causato circa 1.200 morti e 251 ostaggi. Il ministero della sanità di Gaza riferisce oltre 55.297 morti da allora.

Sono disponibili informazioni limitate a causa di un prolungato blackout di internet a Gaza. BBC Verify ha georeferenziato le riprese video a un sito di distribuzione GHF a ovest di Rafah, presumibilmente riprese martedì, mostrando i palestinesi che si contendono gli aiuti.

I commenti di un funzionario delle Nazioni Unite coincidono con le discussioni sulla consegna di aiuti internazionali. Le riprese a bordo della nave di aiuti Madleen mostrano attivisti che scartano la tecnologia e si arrendono.