Un gruppo affiliato ad al-Qaeda ha rivendicato la responsabilità di un significativo attacco alla città maliana di Boulikessi, che ha portato alla presa di una base militare.
Fonti citate da Reuters riportano che oltre 30 soldati sono morti nell’attacco di domenica; tuttavia, le autorità maliane non hanno ancora confermato questo numero.
Lunedì, lo stesso gruppo, Jama’a Nusrat ul-Islam wa al-Muslimin (JNIM), ha riferito di aver preso di mira obiettivi militari a Timbuktu. I residenti hanno confermato di aver sentito spari ed esplosioni.
L’esercito maliano ha rilasciato una dichiarazione lunedì sera, dichiarando di aver respinto un “tentativo di infiltrazione terroristica” a Timbuktu, neutralizzando 14 militanti e arrestando 31 sospetti.
La dichiarazione ha dettagliato il sequestro di armi, veicoli e altri materiali, ma non ha identificato il gruppo attaccante. L’esercito ha confermato le operazioni di ricerca in corso a Timbuktu.
Una precedente dichiarazione dell’esercito ha descritto una “risposta vigorosa” all’attacco di domenica, seguita da un ritiro tattico.
La dichiarazione ha elogiato il coraggio dei soldati, affermando: “Molti uomini hanno combattuto, alcuni fino all’ultimo respiro, per difendere la nazione maliana”.
Una fonte locale, che ha parlato in anonimato con Reuters, ha indicato che il JNIM ha inflitto pesanti perdite e “ha ripulito il campo”.
Secondo Reuters, immagini video non verificate mostrano numerosi militanti che prendono d’assalto la base, incluso un segmento che li mostra mentre scavalcano i cadaveri.
Nell’attacco di lunedì a Timbuktu, il JNIM ha affermato che i suoi combattenti hanno preso di mira un aeroporto militare e mercenari russi.
Fonti militari e di sicurezza, parlando con l’AFP, hanno confermato lo scontro in corso con i militanti, descrivendo la loro presenza come pervasiva in tutta la città.
Un funzionario locale ha dichiarato che gli aggressori hanno utilizzato un ordigno esplosivo improvvisato lanciato contro il campo dell’esercito.
Timbuktu, patrimonio mondiale dell’UNESCO, era stata precedentemente occupata da militanti islamisti nel 2012 prima della loro espulsione, ma negli ultimi anni ha subito nuovi assedi.
Questi attacchi, che riflettono il deterioramento della situazione di sicurezza in Mali e nell’intera regione del Sahel, seguono un avvertimento del Comando Africa degli Stati Uniti in merito all’aumento degli sforzi da parte di vari gruppi militanti islamisti per accedere alla costa dell’Africa occidentale.
Durante una conferenza stampa di venerdì, il generale Michael Langley, comandante del Comando Africa degli Stati Uniti (AFRICOM), ha espresso profonda preoccupazione per i recenti attacchi in Nigeria, nel Sahel e nel bacino del lago Ciad, sottolineando che l’accesso costiero migliorerebbe significativamente le capacità di contrabbando e traffico di armi dei gruppi.
Reuters riferisce che oltre 400 soldati sono stati uccisi da militanti in Mali, Burkina Faso e Niger dall’inizio del mese scorso.
Ulteriori informazioni di Simon Ponsford
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