Con mani esperte e pinzette rosa acceso, Emma Teni manovra delicatamente un grande ragno imbuto di Sydney in un piccolo contenitore. “Sta posando”, scherza, mentre il ragno si alza sulle zampe posteriori – una posizione perfetta per l’estrazione del veleno.
Nella sua compatta “sala mungitura dei ragni”, Emma estrae il veleno da circa 80 ragni al giorno. Scaffali a tutta altezza, schermati da una tenda per mantenere calmi gli aracnidi, ospitano centinaia di altri esemplari. Lo sguardo di un bambino, ammirato ma apprensivo, da fuori dalla finestra evidenzia il pericolo potente: il ragno nella sua mano potrebbe essere letale in pochi minuti.
“I ragni imbuto di Sydney sono probabilmente i ragni più letali del mondo”, afferma Emma con fare pratico. Questa stanza all’Australian Reptile Park svolge un ruolo cruciale in un programma governativo antiveleno salvavita, vitale in un paese noto per la sua fauna selvatica mortale.
Mentre la morte più rapida registrata da un morso di ragno imbuto di Sydney è stata di 13 minuti (un bambino), la media si avvicina ai 76 minuti – un lasso di tempo significativamente esteso da un pronto soccorso. Il successo del programma è innegabile: non si sono verificati decessi dalla sua nascita nel 1981.
Il programma si basa fortemente sulla partecipazione pubblica; le persone sono incoraggiate a catturare i ragni o le loro sacche di uova. Emma e il suo team, alla guida di un furgone adornato con un adesivo di un coccodrillo, raccolgono i ragni da vari punti di raccolta in tutta Sydney.
Il pericolo dei ragni deriva sia dal loro veleno potente che dal loro habitat: aree densamente popolate, aumentando l’interazione uomo-ragno. Charlie Simpson, un manutentore di recente acquisto di una casa, ha incontrato due ragni imbuto nel suo giardino e ha consegnato responsabilmente il secondo a un veterinario per la raccolta.
“Avevo i guanti, ma avrei dovuto indossare quelli di pelle”, ammette il 26enne, evidenziando le formidabili zanne dei ragni. Le sue azioni, motivate dalle campagne di sensibilizzazione pubblica che sottolineano il ruolo cruciale della raccolta del veleno, sottolineano l’approccio comunitario del programma.
Emma sottolinea che il pubblico non è incoraggiato a cercare attivamente i ragni, ma piuttosto a catturare in sicurezza quelli incontrati. “Suona controintuitivo”, riconosce, “ma quel ragno, grazie a Charlie, salverà una vita”.
I ragni raccolti vengono catalogati, sessuati e conservati nel parco. Le femmine sono considerate per l’allevamento, integrando le donazioni pubbliche. I maschi, da sei a sette volte più velenosi delle femmine, vengono utilizzati per l’estrazione del veleno ogni due settimane.
Una piccola quantità di veleno è sufficiente per uccidere, ma per raccogliere abbastanza per una singola fiala di antiveleno è necessario mungere 200 ragni. Emma, biologa marina di formazione, non si aspettava mai questa carriera, ma ora abbraccia il suo ruolo di “ragazza ragno”, “mamma ragno” o anche “strana”, come la chiama sua figlia.
I contributi dell’Australian Reptile Park si estendono oltre i ragni; il veleno di serpente viene fornito al governo dagli anni ’50. Il lavoro del parco è fondamentale, dato che l’OMS stima 140.000 decessi annuali per morso di serpente a livello globale. L’Australia, grazie al suo programma antiveleno, vede solo uno o quattro decessi all’anno.
Billy Collett, responsabile delle operazioni del parco, dimostra l’estrazione del veleno di serpente. Fissa abilmente un serpente King Brown, le cui zanne sono sopra un bicchiere da shot coperto, mentre il veleno cola – abbastanza, dice, per uccidere più volte tutti nella stanza.
Sottolinea che i serpenti non sono intrinsecamente aggressivi, i morsi di solito derivano da provocazioni. Il veleno raccolto viene liofilizzato e inviato a CSL Seqirus a Melbourne per la produzione di antiveleno, un processo che richiede fino a 18 mesi.
Il processo prevede la produzione di plasma iperimmune – utilizzando cavalli per il veleno di serpente e conigli per il veleno di ragno – per generare anticorpi. CSL Seqirus produce 7.000 fiale all’anno, garantendo un accesso diffuso.
La dott.ssa Jules Bayliss, che guida lo sviluppo di antiveleni di CSL Seqirus, evidenzia l’importanza di distribuire l’antiveleno nelle aree rurali e remote, in linea con la prevalenza delle specie in ciascuna regione. Il programma si estende a livello internazionale, in particolare in Papua Nuova Guinea, dove ha salvato circa 2.000 vite.
Il signor Collett si riferisce scherzosamente ai serpenti come “noodles pericolosi”, riflettendo la capacità australiana di allegria di fronte al pericolo. Assicura ai visitatori che il robusto programma antiveleno australiano, prontamente disponibile e gratuito, lo rende il luogo più sicuro per incontrare creature velenose.
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