Mar. Ago 5th, 2025
Operaio agricolo sudafricano denuncia coercizione nell’alimentare maiali con donne

Un bracciante agricolo bianco sudafricano, implicato nella morte di due donne nere, ha affermato di essere stato costretto a smaltire i loro corpi dandoli in pasto ai maiali, secondo i suoi rappresentanti legali.

Adrian de Wet è uno dei tre uomini accusati di omicidio in relazione alla morte di Maria Makgato, 45 anni, e Lucia Ndlovu, 34 anni. Le donne sarebbero state uccise mentre cercavano cibo in una fattoria vicino a Polokwane, situata nella provincia settentrionale di Limpopo, l’anno scorso.

Si presume che i corpi delle defunte siano stati successivamente dati in pasto ai maiali in quello che sembra essere un tentativo di eliminare le prove.

Il signor De Wet, 20 anni, è diventato un testimone dello stato all’inizio del processo lunedì. Ha testimoniato che il proprietario della fattoria, Zachariah Johannes Olivier, era responsabile dell’uccisione a colpi di arma da fuoco delle due donne.

I rapporti indicano che la signora Makgato e la signora Ndlovu stavano cercando prodotti caseari in scadenza destinati all’alimentazione dei maiali quando si è verificato l’incidente.

Secondo l’accusa e il suo legale, il signor De Wet, che ha svolto il ruolo di supervisore nella fattoria, testimonierà di aver agito sotto costrizione quando è stato costretto a mettere i corpi nel recinto dei maiali.

Se il tribunale dovesse accettare la sua testimonianza, tutte le accuse contro di lui dovrebbero essere ritirate.

Il caso ha suscitato un’ondata di indignazione in tutto il Sudafrica, intensificando le tensioni razziali esistenti all’interno della nazione.

Queste tensioni sono particolarmente pronunciate nelle aree rurali, nonostante la fine formale dell’apartheid oltre tre decenni fa. La maggior parte dei terreni agricoli di proprietà privata rimane nelle mani della minoranza bianca, mentre la maggior parte dei braccianti agricoli sono neri e ricevono salari bassi. Questa disparità alimenta il risentimento tra la popolazione nera, mentre molti agricoltori bianchi esprimono preoccupazioni per gli alti tassi di criminalità.

Anche William Musora, 50 anni, un altro bracciante agricolo, è accusato nel caso. Lui e il signor Olivier, 60 anni, devono ancora dichiararsi colpevoli e rimangono in custodia.

Oltre alle accuse di omicidio, i tre uomini devono rispondere di tentato omicidio per aver presumibilmente sparato al marito della signora Ndlovu, che era presente con le donne nella fattoria. Devono anche affrontare accuse di possesso di un’arma da fuoco illegale e di ostruzione alla giustizia per la presunta eliminazione dei corpi nel recinto dei maiali nel tentativo di nascondere le prove.

Il signor Musora, cittadino zimbabwese, deve affrontare un’ulteriore accusa ai sensi della legge sull’immigrazione sudafricana relativa al suo status di immigrato privo di documenti.

L’Alta Corte di Limpopo era piena di sostenitori e parenti delle vittime all’inizio del procedimento. Era presente anche la moglie del signor Olivier, seduta in prima fila nella galleria del pubblico, ed è stata vista asciugarsi le lacrime.

Erano presenti in aula anche membri degli Economic Freedom Fighters, un partito di opposizione che in precedenza aveva chiesto la chiusura della fattoria.

Il processo è stato rinviato alla prossima settimana.

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