Il sistema giudiziario iraniano ha confermato gli attacchi israeliani alla prigione di Evin a Teheran, che hanno causato danni alla struttura, che ospita numerosi prigionieri politici. L’agenzia di stampa Mizan ha riferito che la situazione è “sotto controllo”, condannando tuttavia l’attacco come violazione del diritto internazionale. I media statali hanno trasmesso immagini che mostrano i soccorritori che prestano assistenza alle vittime e cercano sopravvissuti tra le strutture danneggiate.
Il ministro della difesa israeliano ha dichiarato che gli attacchi hanno preso di mira “obiettivi del regime e agenzie di repressione governativa” in tutta Teheran, inclusa la prigione di Evin. Il ministro degli esteri francese ha definito l’attacco alla prigione “inaccettabile”, citando la messa in pericolo di due cittadini francesi lì imprigionati.
Ulteriori azioni militari israeliane di lunedì hanno coinvolto attacchi alle vie di accesso all’impianto di arricchimento di uranio di Fordo, in seguito a un attacco aereo americano alla struttura il giorno precedente utilizzando bombe in grado di penetrare i bunker. In risposta, missili balistici iraniani hanno preso di mira più località all’interno di Israele, tra cui una zona industriale vicino a una centrale elettrica ad Ashdod.
Queste azioni sono seguite a una precedente campagna aerea israeliana lanciata dieci giorni prima, volta a neutralizzare ciò che Israele ha definito le “minacce esistenziali” poste dai programmi nucleari e missilistici balistici dell’Iran. Mentre il ministero della sanità iraniano ha riferito di circa 500 vittime a causa degli attacchi israeliani, un’organizzazione per i diritti umani ha stimato il numero delle vittime in 950. Le autorità israeliane hanno riferito di 24 morti a causa degli attacchi missilistici iraniani.
La popolazione della prigione di Evin comprende migliaia di uomini e donne, tra cui importanti dissidenti politici, attivisti per i diritti umani, giornalisti e cittadini con doppia/cittadinanza straniera. I residenti vicino alla prigione hanno riferito di una potente esplosione che ha fatto a pezzi le finestre delle case vicine. Video verificati mostrano danni a veicoli e strutture, tra cui l’ufficio del procuratore Shahid Moghaddas all’interno del complesso carcerario.
Il conteggio esatto delle vittime rimane incerto, con preoccupazioni per le vittime civili. L’ufficio del pubblico ministero ospita in genere molti visitatori – parenti dei detenuti, avvocati, pubblici ministeri e giudici – durante l’orario di lavoro. Le immagini esaminate dalla BBC Persian mostrano presumibilmente persone ferite che stavano visitando parenti incarcerati al momento dell’attacco.
I detenuti nella sezione femminile di Evin hanno informato le loro famiglie di danni al soffitto e del conseguente panico, sebbene non abbiano segnalato feriti. Tuttavia, i rapporti dalla Sezione 4 indicano feriti tra gli uomini nella biblioteca della prigione a causa dell’onda d’urto dell’esplosione. Amnesty International ha espresso “estrema preoccupazione” per i rapporti, sottolineando che il deliberato attacco a obiettivi civili costituisce un crimine di guerra ai sensi del diritto umanitario internazionale.
Il ministro degli esteri francese, Jean-Noel Barrot, ha condannato l’attacco, evidenziando la sicurezza compromessa di due cittadini francesi detenuti a Evin con l’accusa di spionaggio. Nazanin Zaghari-Ratcliffe, una donna britannico-iraniana precedentemente imprigionata, ha espresso profonda preoccupazione per l’impatto dell’attacco sugli ex compagni di reclusione.
Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha dichiarato che l’esercito israeliano ha impiegato una “forza senza precedenti” negli attacchi di lunedì contro “obiettivi del regime e autorità repressive” a Teheran, tra cui la prigione di Evin, il quartier generale della Forza di resistenza Basij, il quartier generale della sicurezza interna dell’IRGC e quello che ha definito il “quartier generale dell’ideologia” e l’orologio “Distruzione di Israele” in Piazza Palestina. I rapporti indicano che l’orologio è rimasto intatto.
L’esercito israeliano ha inoltre riferito di aver preso di mira diversi centri di comando militari, tra cui la struttura “Thar-Allah” dell’IRGC, e di aver ostacolato le vie di accesso al sito di arricchimento di Fordo. Il presidente Donald Trump in precedenza aveva affermato che un attacco americano con bombe in grado di penetrare i bunker aveva “obliterato” la struttura di Fordo. L’Iran ha replicato che aveva già evacuato Fordo prima dell’attacco.
Il direttore generale dell’AIEA ha confermato la presenza di crateri visibili a Fordo, indicando l’uso di munizioni penetranti nel terreno, suggerendo danni significativi alle centrifughe. Ha inoltre rilevato ulteriori danni al sito nucleare di Isfahan a causa degli attacchi statunitensi e ha chiesto l’accesso dell’AIEA ai siti nucleari iraniani per rendere conto delle scorte di uranio arricchito del paese. L’esercito israeliano ha dichiarato di aver agito sulla base di informazioni che indicavano i recenti progressi dell’Iran verso la produzione di componenti per bombe nucleari; affermazione che l’Iran nega.
Aggiornamento 23 giugno 2025: una versione precedente di questo articolo includeva un video che si presumeva fosse un filmato di telecamere a circuito chiuso di un’esplosione al cancello della prigione di Evin. Il video era stato trasmesso dai media statali iraniani ed è stato condiviso dal ministro degli esteri israeliano sui social media. Inizialmente abbiamo verificato il video tramite controlli di geolocalizzazione e di recente, ma ora sospettiamo che possa essere stato generato dall’intelligenza artificiale. Il video è stato rimosso mentre lavoriamo con esperti forensi per indagare ulteriormente sulla sua autenticità e abbiamo rimosso un riferimento alle telecamere a circuito chiuso dal corpo dell’articolo.
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