Sab. Lug 26th, 2025
Attenborough Rivela Devastazione Oceanica Senza Precedenti al Principe

Sir David Attenborough ha espresso la sua preoccupazione al Principe William riguardo all’impatto devastante di alcune pratiche di pesca sugli oceani del mondo.

Questa conversazione precede un’importante conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani che inizierà lunedì, dove i leader globali si riuniranno per affrontare le crescenti minacce agli ecosistemi marini, tra cui l’inquinamento da plastica, i cambiamenti climatici e la pesca eccessiva.

Un obiettivo chiave è la ratifica del Trattato sugli Alti Mari da parte di 60 paesi, consentendo la protezione del 30% dell’oceano attraverso aree protette designate, un obiettivo stabilito due anni prima.

Attenborough ha fortemente condannato i danni inflitti ai fondali oceanici profondi, tracciando paralleli con pratiche inaccettabili sulla terraferma.

Queste preoccupazioni sono state evidenziate in un’intervista rilasciata sabato, condotta in occasione della premiere del suo nuovo documentario, *Ocean*, il mese scorso. Il documentario sottolinea gli effetti dannosi di metodi come la pesca a strascico sui fondali marini sulla vita marina e sulla capacità dell’oceano di sequestrare carbonio.

La Conferenza degli Oceani delle Nazioni Unite (UNOC) a Nizza riunirà governi, organizzazioni benefiche e scienziati per accelerare l’azione su questioni marine critiche.

Sir David ha espresso la speranza che i partecipanti alla conferenza riconoscano l’importanza vitale dell’oceano per i cittadini del mondo.

L’importanza dell’oceano è innegabile; costituisce il più grande ecosistema, contribuisce per circa $2,5 trilioni all’economia globale e fornisce fino all’80% dell’ossigeno che respiriamo.

Un obiettivo principale delle Nazioni Unite è quello di ottenere un supporto sufficiente, incluso l’impegno del Regno Unito, per l’implementazione del Trattato sugli Alti Mari.

Tre anni fa, i paesi si sono impegnati a proteggere il 30% degli oceani del mondo entro il 2030, comprendendo sia le acque nazionali che quelle internazionali.

Il Trattato sugli Alti Mari del 2023 ha affrontato la gestione delle acque internazionali, stabilendo un quadro per gli sforzi collaborativi per designare un terzo di queste acque come Aree Marine Protette (AMP).

Tuttavia, solo 32 paesi hanno ratificato il trattato; ne sono necessari 60 per la sua entrata in vigore.

Persistono preoccupazioni tra scienziati e ONG sull’efficacia delle AMP mentre pratiche come la pesca a strascico sui fondali marini rimangono consentite al loro interno.

La dott.ssa Amanda Vincent, Professoressa di Conservazione Marina all’Università della British Columbia, ha evidenziato gli effetti dannosi della pesca a strascico sui fondali marini in un’intervista con BBC’s Inside Science.

Secondo Oceana e l’Environment Audit Committee (EAC), la pesca a strascico sui fondali marini è attualmente consentita nel 90% delle AMP del Regno Unito, il che ha portato a richieste di divieto.

Al contrario, alcune comunità di pescatori sostengono che la pesca a strascico sui fondali marini, se condotta in modo responsabile, è una fonte di cibo efficiente.

Prove scientifiche suggeriscono che restrizioni mirate possono favorire il recupero delle scorte ittiche e i benefici a lungo termine per l’industria.

La conferenza è stata convocata a causa delle preoccupazioni delle Nazioni Unite sui danni irreparabili agli oceani, in particolare a causa dei cambiamenti climatici. Il professor Callum Roberts dell’Università di Exeter ha sottolineato il ruolo cruciale dell’oceano nella mitigazione degli impatti dei cambiamenti climatici, assorbendo il calore in eccesso e i gas serra.

Ha evidenziato le gravi conseguenze dell’incapacità dell’oceano di assorbire questo calore in eccesso, che porta a un aumento drastico delle temperature globali.

Questo calore in eccesso influisce significativamente sulla vita marina, come evidenziato dallo sbiancamento diffuso delle barriere coralline e dalla mortalità documentata dalla dott.ssa Jean-Pierre Gattuso del Laboratoire d’Océanographie de Villefranche e co-presidente dell’One Ocean Science Congress (OOSC).

L’OOSC, un raduno di 2.000 scienziati, ha valutato i dati sulla salute degli oceani e ha fornito raccomandazioni ai governi, tra cui la cessazione delle attività in mare profondo.

Una questione molto controversa è l’estrazione mineraria in acque profonde. Nonostante le discussioni internazionali in corso, il presidente Trump ha autorizzato l’estrazione nelle acque internazionali, una mossa criticata da Cina e Francia come violazione del diritto internazionale.

Gli scienziati mettono in guardia contro le attività commerciali a causa della limitata conoscenza degli ecosistemi di acque profonde.

Il professor Peter Haugan, co-presidente dell’International Science Council Expert Group on the Ocean, ha sottolineato la necessità di misure precauzionali data la limitata conoscenza scientifica.

Iscriviti alla nostra newsletter Future Earth per le ultime notizie sul clima e sull’ambiente. Fuori dal Regno Unito? Iscriviti alla nostra newsletter internazionale qui.