La recente revisione della difesa britannica, incaricata di formulare raccomandazioni entro il limite attuale di spesa per la difesa del 2,5% del PIL, rivela un significativo deficit di finanziamento. Il raggiungimento dei suoi ambiziosi obiettivi di modernizzazione e preparazione delle forze armate britanniche a potenziali conflitti richiederà maggiori investimenti.
Pur accogliendo con favore l’aspirazione del governo a raggiungere il 3% del PIL entro il 2034, la revisione riconosce la necessità di una spesa potenzialmente accelerata, citando il panorama della sicurezza globale sempre più volatile. Diversi alleati NATO allocano già oltre il 5% del loro PIL alla difesa.
Una fonte della difesa ha indicato alla BBC che anche la costruzione pianificata di 12 nuovi sottomarini d’attacco, come delineato nella revisione, richiederebbe un aumento minimo al 3% del PIL per la spesa per la difesa.
Panoramica: punti chiave della strategia di difesa del governo
I ministri esprimono fiducia nel raggiungimento dell’obiettivo del 3% durante la prossima legislatura, ma rimangono assenti scadenze e garanzie concrete.
La revisione evidenzia la guerra in Ucraina come principale esempio di minacce crescenti e rapidi progressi tecnologici. Il messaggio centrale sottolinea l’urgente necessità di una significativa trasformazione delle forze armate britanniche e della nazione per prepararsi a potenziali conflitti.
La Russia è identificata come una minaccia immediata, mentre la Cina rappresenta una sfida sofisticata e persistente. L’Iran e la Corea del Nord sono caratterizzati come attori destabilizzanti a livello regionale.
La revisione avverte che l’imprevedibilità di queste minacce, unita ai rapidi cambiamenti tecnologici, ha generato nuove e allarmanti vulnerabilità per il Regno Unito.
Si auspica un cambiamento fondamentale nelle capacità militari: un passaggio verso metodologie di guerra innovative. Il generale Sir Richard Barrons, un collaboratore del rapporto, lo ha descritto come la trasformazione più profonda nella difesa britannica in 150 anni.
Si prevede un maggiore affidamento su droni, sistemi autonomi e software basati sull’intelligenza artificiale per accelerare il processo decisionale sul campo di battaglia, rispecchiando le tendenze attuali nel conflitto ucraino.
Le risorse militari tradizionali, compresi carri armati, caccia e navi da guerra, rimarranno integrali, ma opereranno sempre più a fianco di sistemi autonomi.
La revisione sottolinea un “approccio di tutta la società”, sollecitando una pianificazione governativa completa per le transizioni in tempo di guerra. Un proposto “progetto di legge sulla prontezza della difesa” consentirebbe al governo di mobilitare l’industria e le riserve quando necessario.
La protezione delle infrastrutture nazionali critiche, comprese le condutture e i cavi sottomarini, è evidenziata come cruciale, sostenendo una rinnovata attenzione alla difesa nazionale e alla resilienza.
Il Labour osserva che questa è la prima revisione della difesa in 25 anni a non comportare una riduzione del personale delle forze armate complessive. L’esercito regolare ha subito significative riduzioni di truppe in questo periodo, passando da oltre 100.000 nel 2010 a poco più di 71.000 attualmente, al di sotto del suo obiettivo di 73.000.
La revisione affronta questioni critiche di reclutamento, ritenzione e basso morale, raccomandando un aumento delle dimensioni dell’esercito regolare. Il Segretario alla Difesa John Healy ha annunciato un aumento previsto a 76.000, dopo le prossime elezioni, senza specificare una data o un’allocazione di fondi.
La revisione presenta argomentazioni convincenti per un aumento degli investimenti nella difesa e nella sicurezza nazionale. Molti osservatori potrebbero ragionevolmente concludere che saranno necessari aumenti sostanziali della spesa per la difesa.
Fino ad oggi, gli aumenti di spesa sono stati incrementali piuttosto che trasformativi. Le crescenti sfide alla sicurezza globale riconosciute dagli alleati della NATO hanno spinto a investimenti significativamente maggiori altrove.