Dom. Giu 8th, 2025
Donne sudcoreane: dall’impeachment presidenziale all’invisibilità

Il 3 dicembre, An Byunghui, immerso in un videogioco, apprese della dichiarazione di legge marziale del presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol. Internet confermò rapidamente l’annuncio scioccante, mostrando immagini di soldati che irrompevano nell’Assemblea Nazionale e parlamentari che scalavano muri per impedire una votazione.

Migliaia di persone, in particolare giovani donne, protestarono immediatamente, con Byunghui che viaggiò da Daegu a Seul per unirsi a loro. La loro rabbia derivava non solo dalle azioni di Yoon, ma anche dalla sua negazione del sessismo sistemico nonostante la diffusa discriminazione e violenza contro le donne.

Settimana dopo settimana, si radunarono, culminando nell’impeachment di Yoon quattro mesi dopo. Tuttavia, con le elezioni presidenziali del 3 giugno in avvicinamento, queste donne sentono che le loro voci vengono ancora una volta ignorate.

I due principali candidati hanno ampiamente evitato il tema della parità di genere, un argomento polarizzante che ha portato Yoon al potere nel 2022 con le sue promesse di difendere gli uomini che si sentono marginalizzati. Un terzo candidato, popolare tra i giovani uomini per la sua posizione antifemminista, sta ulteriormente complicando la questione.

Per molte giovani donne sudcoreane, questo nuovo candidato rappresenta una rinnovata lotta. “Sentivamo di stare rendendo il mondo migliore”, dice Byunghui, 24 anni, studentessa universitaria. “Ma ora, mi chiedo se qualcosa sia veramente migliorato. Sembra che stiano cercando di cancellare le nostre voci.”

Byunghui ricorda vividamente le proteste di dicembre: decine di migliaia di donne, avvolte contro il freddo, che sventolavano luci e striscioni, cantando inni K-pop come “Into the World” delle Girls’ Generation, una canzone precedentemente usata nelle proteste contro la corruzione.

Sebbene non siano disponibili numeri precisi, i rapporti indicano una significativa presenza di donne tra i 20 e i 30 anni a questi raduni, che superano di gran lunga i loro omologhi maschili. Ciò dimostra la forza del sentimento contro le politiche percepite come antifemministe.

Queste proteste hanno evidenziato la pervasiva discriminazione, le molestie sessuali e la violenza contro le donne in Corea del Sud, un paese con il più ampio divario salariale di genere tra le nazioni ricche e la pressione sociale sulle donne per sposarsi e avere figli.

“Tutta la frustrazione accumulata è esplosa”, spiega Kim Saeyeon, 23 anni. “Ecco perché così tante giovani donne hanno protestato: per esprimere la loro insoddisfazione”. Lee Jinha, 26 anni, aggiunge: “Era un senso di responsabilità, nonostante il freddo, la folla e il carico di lavoro.”

La professoressa Go Min-hee dell’Ewha Women’s University nota la reputazione “antifemminista” di Yoon e la mancanza di sostegno per le politiche a beneficio delle giovani donne. Al contrario, molti giovani uomini hanno sostenuto Yoon, considerandosi vittime di “discriminazione inversa” a causa del servizio militare obbligatorio.

Questi uomini, spesso etichettando le femministe come “odiatrici degli uomini”, hanno guidato una reazione online contro le iniziative per la parità di genere. La loro presenza online è aumentata sotto la guida di Yoon, che ha promesso di smantellare il Ministero per la parità di genere e la famiglia.

La negazione di Yoon della disuguaglianza di genere sistemica ha trovato eco in molti; un sondaggio pre-elettorale ha rivelato che il 79% dei giovani uomini si sentiva discriminato. Kim Eun-ju, direttrice del Centro per le donne coreane e la politica, nota che il partito di Yoon ha attivamente rafforzato i sentimenti antifemministi tra i giovani uomini.

Durante il mandato di Yoon, i dipartimenti governativi con “donne” nei loro titoli sono stati eliminati o rinominati. Questo ha alienato le giovani donne alimentando la reazione contro il femminismo. Byunghui ha assistito a questo in prima persona, osservando che le proteste anti-Yoon, prevalentemente femminili, sono state accolte con ostilità da alcuni giovani uomini.

La rimozione di Yoon ha lasciato il suo People Power Party in disordine. Le prossime elezioni non vedono candidate donne per la prima volta in 18 anni, un netto contrasto con le due candidate donne delle elezioni precedenti.

Sebbene il candidato principale, Lee Jae-myung, inizialmente abbia evitato di affrontare la questione della disuguaglianza di genere, le critiche hanno spinto il suo partito a riconoscere la discriminazione strutturale e a impegnarsi ad affrontarla. Questo cambiamento, tuttavia, è considerato insufficiente da molte giovani donne.

Il destino del Ministero per la parità di genere e la famiglia rimane una questione controversa, con Lee Jae-myung che promette di rafforzarlo e un altro candidato che propone la sua sostituzione. La professoressa Go evidenzia la sua importanza simbolica, sottolineando che la sua abolizione segnalerà il disprezzo del governo per la parità di genere.

L’emergere di Lee Jun-seok, un terzo candidato con opinioni antifemministe, complica ulteriormente la situazione. I suoi recenti commenti hanno suscitato indignazione, alimentando le preoccupazioni tra le donne riguardo alla potenziale ascesa di comunità online misogine.

Questo lascia molte donne che si sentono abbandonate e disilluse. Saeyeon esprime rabbia e disperazione, collegando la popolarità di Lee Jun-seok al lungo abbandono da parte della Corea del Sud della discriminazione di genere strutturale.

Mentre alcune donne considerano di sostenere un candidato che affronta esplicitamente le loro preoccupazioni, altre danno priorità al voto strategico per prevenire un risultato più estremo, evidenziando la complessità e l’urgenza della situazione.

La lotta in corso sottolinea la necessità di un continuo attivismo. Byunghui afferma: “È come la polvere sul muro; una volta che la vedi, rimane con te”. Jinha fa eco a questo sentimento, sottolineando il significativo impatto delle azioni di Yoon sulle loro vite e la loro determinazione a lottare per un futuro più equo.